Riabilitazione in penisola Sorrentina: un miraggio lungo 40 giorni
6 Novembre 2018Al distretto sanitario 59 di Sant’Agnello tre fisioterapiste – la quarta è ammalata – non riescono a gestire neanche l’ordinario. E, se la riabilitazione piange, la diagnostica non ride.
Tempi biblici per la fisioterapia nell’ambulatorio dell’ex ospedale Mariano Lauro di Sant’Agnello, oggi struttura 59 dell’Asl Na 3 Sud .
“ Dovrete ritornare tra una quarantina di giorni per iniziare il ciclo di riabilitazione di cui avete bisogno”. Questa la risposta dei sanitari addetti alla riabilitazione a due anziani coniugi della penisola sorrentina bisognosi di fisioterapia dopo due seri interventi con protesi alle ginocchia .
La scandalosa condizione di assistenza riabilitativa sulla costiera sorrentina trova vergognosa “giustificazione” nella grossa mole di lavoro a cui sono sottoposte le quattro fisioterapiste in servizio nella struttura sanitaria di Sant’Agnello – oltre dieci sedute al giorno per ogni operatore sanitario – e, da giorni, quando possibile, anche dodici-tredici, considerata la malattia di una delle fisioterapiste a riposo per una frattura alla caviglia.
Una sanità quindi all’anno zero in penisola sorrentina malgrado i grandi “proclami” di super efficienza da parte dei vari direttori dell’Azienda e dei Distretti.
Non va meglio per la diagnostica. “I viaggi della speranza” significano per l’utenza della penisola sorrentina spostamenti per esami radiografici particolari (il nuovo mammografo dell’ospedale Santa Maria della Misericordia è in arrivo forse su un binario morto), interventi chirurgici di routine, semplici visite specialistiche.
Malati di serie B malgrado si viva in una terra millenaria che ha visto il passaggio di tutte le più importanti civiltà del mondo che hanno lasciato tracce delle loro straordinarie culture.
Nei giorni scorsi abbiamo appreso del sistema di climatizzazione delle camere operatorie dell’ospedale di Sorrento bloccato a basse temperature per cui si opera con “il cappotto”su degenti “congelati”; del mancato inizio di rifacimento della facciata dello stesso edificio (oggetto di foto ricordo di numerosissimi stranieri); della chiusura del Centro di Igiene Mentale di via del Mare con “emigrazione” forzata dei ricoverati in paesi lontani.
Ma non basta, in questi giorni con la chiusura a tempo indeterminato per grossi avvallamenti di Viale dei Pini a Sant’Agnello, strada alternativa al corso Italia, sorge spontaneo un interrogativo: è prudente realizzare il nuovo ospedale unico in quella zona, geologicamente instabile considerato anche lo slittamento in corso della stessa stazione della Circum? Interrogativi seri a cui si spera, presto, vengano date risposte.