Riccardo Dell’Arte, la disabilità un trampolino per salire in alto

Riccardo Dell’Arte, la disabilità un trampolino per salire in alto

28 Agosto 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Riccardo dell’Arte, atleta siciliano adesso in forza alla Volley Piovese. Tra tanti successi, anche la Medaglia di bronzo ai Deaflympics del Brasile. Lo sportivo rappresenta un fulgido esempio di determinazione ed agonismo.

C’è chi trasforma la disabilità in un gorgo inestricabile e chi invece ne fa uno scalino per aprire nuovi orizzonti.

Per me la disabilità è stata un trampolino. Sicuramente finché sono stato nella bolla della scuola non ho mai percepito realmente le mie difficoltà che sono invece venute fuori approcciandomi al mondo universitario e lavorativo. Lì ho capito che dovevo andare oltre e non adagiarmi su scuse per non affrontare i problemi che la vita mi pone davanti. Per quanto mi riguarda la disabilità uditiva mi ha fornito l’occasione di conoscere nuove persone con le mie problematiche e stringere forti legami ma ciò non significa che mi abbia impedito di immergermi nel contesto sociale (con o senza difficoltà) di tutti i giorni, molto ha fatto la tecnologia grazie ad apparecchi acustici ed impianti cocleari si riesce ad avere un recupero eccellente.

Con la volontà e l’impegno è riuscito ad inanellare una serie impressionante di vittorie, anche in campo internazionale. Quali di questi successi le da maggiori soddisfazioni?

La maggior soddisfazione me la darà sempre il prossimo successo! Guardo al passato con affetto, mi piace ricordare le mie vittorie sportive e non, mi ricorda quanto ho affrontato ma mi piace guardare al futuro e cercare nuovi traguardi per rivivere quelle emozioni che mettono in moto la mia voglia di mettermi in gioco.

L’amore per lo Sport spesso è un fatto innato, a volte, però, è “per così dire” indotto. Nel suo caso come è andata?

È stato decisamente indotto! Mio papà Tony è stato giocatore da giovane, ha smesso presto per dedicarsi alla carriera da allenatore e da dirigente anche con discreto successo (arrivato fino alla B2 da presidente). All’inizio non ne volevo completamente sapere, ho provato vari sport, calcio, nuoto, persino arrampicata. Poi, complice un gruppo di amici, mi hanno trascinato all’interno del campo da pallavolo e da lì non sono più uscito. Da piccolo alle partite di papà preferivo leggere fumetti! Anni dopo l’allenatore del mio anno di B1 mi rinfacció questo aneddoto.

Per mantenersi a livelli così alti segue anche un particolare regime alimentare?

Mi faccio seguire da una professionista, ma più che per lo sport è anche una questione di stare bene con se stessi! È bene seguire una dieta e stare attenti a ciò che si mangia, ma ciò non vuol dire fare una vita di privazioni!

Curiosità, mia sorella Chiara a breve (ottobre) si laureerà e affronterà l’esame di stato per iscriversi all’albo dei nutrizionisti

L’attività agonistica non le ha impedito di seguire studi universitari. È più facile fare l’agonista o l’ingegnere?

Non sono due attività comparabili, nemmeno lontanamente! Confesso però che il mio periodo universitario non mi porta ricordi felici, complice l’ansia dovuta alla pressione di voler passare il prima possibile gli esami. Tuttavia la mia laurea mi ha ora portato a fare un lavoro che mi piace, attualmente lavoro come disegnatore tecnico alla Effeuno SRL, produciamo forni per pizza adatti per chi vuole fare la pizza in casa, altra mia passione!

Cosa si sente di suggerire a chi si chiude in se stesso di fronte alle difficoltà della vita?

È sempre difficile dare qualche suggerimento a chi si chiude in se stesso. Spesso le battaglie sono molto personali ed è difficile toccare i giusti tasti. Ciò che ha aiutato me a non chiudermi è stato aprirmi con la mia famiglia, mamma, papà, sorelle, zii e cugini, e ultimi ma non per importanza la mia compagna Alice e la nostra piccola Emma.