Riccardo Siddi: “Qualsiasi sogno va coltivato, non bastano le doti naturali”
13 Novembre 2022La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
La pandemia è stato sicuramente il periodo per il momento più difficile della mia vita. Sono un giovane ragazzo di 21 anni, la pandemia mi ha rubato due anni importanti del mio ultimo periodo di adolescenza, nessuno può ridarmeli, e questo discorso penso valga per ogni ragazzo della mia età o leggermente più piccolo. Posso dire di averla vissuta davvero appieno perché il covid mi ha colpito tre volte, e nelle prime due mi ha costretto a stare in casa mentre il campionato andava avanti; era un’agonia, ma andava accettata.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Il FUTSAL è stato parecchio danneggiato da questo periodo di pandemia. Essendo di per sè uno sport minore al calcio, e nel quale i capitali delle società sono nettamente inferiori, è ancor più difficile gestire una situazione simile. Di fatto i campionati son stati sospesi per tanto tempo, poi son ripresi gradualmente quelli nazionali ma la situazione era comunque molto difficile da gestire per via di trasferte ravvicinate, tante partite in pochi giorni. Dopo due anni possiamo dire che finalmente stiamo di nuovo tornando alla normalità.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Mi ritengo fortunato ad avere un padre tanto appassionato dello sport e del calcio, per fortuna lui mi ci ha portato sin dai primi anni di vita, e con gli anni ho continuato a seguire, appassionarmi e dedicarmi sempre di più. Poi è normale, accendi la tv, e giusto per citarne uno (il più grande), se vedi giocare Messi non puoi non avere gli occhi che brillano. Il calcio e successivamente il calcio a 5 sono state e sono tutt’ora le mie passioni più grandi, non me ne pento per niente e penso le coltiverò per tutta la vita.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Le doti personali e le attitudini fanno tanto di un’atleta, ma non tutto. La forza di volontà, anzi, fa la maggior parte; quando tutti questi fondamentali si incontrano allora hai possibilità di sfondare, nel calcio come nella vita.
Qualsiasi sogno, qualunque esso sia, va coltivato, non bastano le doti naturali. Il duro allenamento e la convinzione in quello che si fa, intesa come massimo impegno, alla fine ripaga sempre.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Ai ragazzi che si vogliono avvicinare alla mia disciplina, ovvero il futsal , dico che sicuramente ne vale la pena. È uno sport diverso dal calcio, indubbiamente, ma non più brutto come si pensa spesso. Per certi versi addirittura ci son molte più somiglianze con il basket.
E inoltre il movimento sta crescendo di nuovo; il campionato di Serie A ospita tanti campioni, le partite vengono trasmesse su Sky Sport e penso che questo aiuti tanto anche i più giovani che vogliono muovere i primi passi in questo bellissimo sport.