Ricci di mare, botta e risposta tra Legambiente e ricciai

Ricci di mare, botta e risposta tra Legambiente e ricciai

7 Febbraio 2021 0 Di Luigi De Rosa

Legambiente suggerisce anche un finanziamento straordinario per la predisposizione di un programma di azione di ripopolamento.

 

I ricci di mare sono in via di rapida rarefazione per il prelievo senza freni operato da tutti gli ambienti marini costieri italiani per scopi culinari, tant’è che qualche anno fa si è dovuto imporre il fermo della raccolta per tre anni. Nonostante questo, è cronaca di appena un anno fa, prima della pandemia, dell’individuazione da parte della Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia, allertata da una segnalazione anonima, di pescatori di frodo sorpresi a raccogliere 1400 esemplari di ricci nello specchio d’acqua di Marina della Lobra (Massa Lubrense) durante la notte. Al malcontento manifestato in questi giorni dai ricciai professionisti, quelli sardi in particolare, Legambiente risponde con una soluzione salomonica al Ministero dell’ambiente che dovrebbe finanziare un programma di ripopolamento che impieghi però i ricciai rimasti senza lavoro. L’appello è stato rivolto anche alla Regione Sardegna ma potrebbe essere esteso alle altre Regioni italiane che sono impegnate a dirimere queste stesse problematiche. La richiesta nasce dopo una serie di incontri con pescatori, ricercatori universitari, esperti e gestori di aree marine protette. Dal confronto con tutti gli operatori della filiera è emerso un quadro molto allarmante che consiglia di intervenire con urgenza. La richiesta esponenziale, spiegano gli esperti di Legambiente, da parte del mercato della “polpa di riccio” con conseguente eccesso di pesca e numerosi episodi di abusivismo, aggiunti al degrado progressivo degli habitat costieri e delle praterie di posidonia porteranno all’estinzione di questi animali. La proposta presentata da Legambiente a tutti gli attori è articolata in una serie di divieti e proposte alternative. Primo, divieto assoluto della raccolta dei ricci nelle Aree Marine Protette, i SIC e ZPS. Secondo, moratoria di tre anni della raccolta dei ricci su tutto il territorio costiero. Legambiente suggerisce anche un finanziamento straordinario per la predisposizione di un programma di azione di ripopolamento, una drastica della commercializzazione della polpa di ricci e una campagna di divulgazione per spiegare a operatori del settore e cittadini che rinunciare al consumo dei ricci per qualche anno è indispensabile per favorire il ripopolamento.