Ricetta dematerializzata, prescrizione negata
16 Giugno 2019Ai medici del territorio si chiede di inserire per la diagnostica anche un codice di priorità, ma a tutt’oggi nessun software in uso ai medici di famiglia lo consente.
L’incomprensibile calligrafia dei medici ha fatto sorgere in più di uno il sospetto che per conseguire la laurea in medicina occorresse effettuare un apposito corso di “mala scrittura”. E così al di là delle refertazioni e delle diagnosi specialistiche (anche qui bisognerà provvedere) almeno per quanto attiene le ricette il problema è stato affrontato e risolto con l’obbligo della prescrizione computerizzata. Da questa, di progresso in progresso, al passaggio alla ricetta dematerializzata è stato breve ma non con altrettanta fortuna.
Non accennano a diminuire, infatti, le polemiche per la difficoltà di prescrivere su ricetta dematerializzata gli esami e le visite specialistiche a seguito dell’entrata in vigore del Piano nazionale di governo contro le liste di attesa. Ai medici del territorio si chiede di inserire per la diagnostica anche un codice di priorità, pena la non emissione della ricetta. Ma nessun software in uso ai medici di famiglia oggi è allineato al nuovo criterio cui la Società generale di informatica (Sogei) assoggetta le ricette.
Quindi, il medico è obbligato a evitare la ricetta dematerializzata e a prescrivere su ricetta rossa, seppur da pc. E cosi si assiste all’incongruenza di una legge che introduce sistemi più veloci per lo snellimento delle pratiche sanitarie (comprese le liste d’attesa) e però rende impossibile l’ottemperare al comando perché i sistemi operativi dei software non lo consentono.