Ricordando di esseri umani
8 Novembre 2022Algoritmi, intelligenza artificiale, computer, sempre più il mondo digitale ci sovrasta e ci governa, è indiscussa la potenza dell’informatica nella nostra società. Un computer ci facilita i calcoli, seleziona le notizie da farci vedere, la musica da farci ascoltare e tanto altro, ma non potrà mai provare emozioni, condividere uno stato d’animo, interagire con noi arrivando dritto al cuore. RTL 102.5 è un’emittente radiofonica nazionale privata italiana che sta lanciando una nuova campagna “Il Potere di essere umani”. Il mondo digitale, novità per agli anziani di oggi, sta rappresentando un universo molto stimolante per dibattiti, convegni, conferenze; insomma opinioni a confronto. Si dialoga con Augusto Maresca, avvocato, poeta, ambientalista, galantuomo, esempio fulgido di onestà intellettuale, sul processo di “disumanizzazione”che stiamo vivendo. Appena introduco lo spot pubblicitario della radio, l’avvocato Maresca mi risponde dicendomi “Nessuno può togliere meriti al progresso tecnologico, ai risultati raggiunti nel mondo dell’informatica ed in altri campi, nei quali l’uomo si è cimentato, come quando, spinto da quell’impulso, intriso di curiosità, di spirito di avventura e di conquista, ha voluto infrangere lo spazio, mettendo piede sulla luna.
È questo un sentimento comune che ha animato spiriti avventurosi: un Ulisse, un Colombo, per non parlare delle numerose scoperte scientifiche e di tante altre. Tutte vittorie di quel “meraviglioso giocattolo”, così lo ha definito il grande Chaplin (Charlot), che è il nostro cervello.
Proprio in virtù di questo non dobbiamo perdere la nostra identità di esseri pensanti.
Con l’avvento del computer non pochi intellettuali hanno espresso preoccupazione e si sono chiesti: “questo strumento non sarà l’origine di tutti i nostri guai?”
Una cosa è certa: non possiamo delegare al computer il nostro materiale pensante, custodito in quella preziosa scatola cranica dove nascono e muoiono le idee in quel firmamento cerebrale insostibuile.
L’uomo pensa, riflette, sogna, funzioni queste che nessun meccanismo, peraltro creato da noi stessi, può svolgere da sé.
La ricerca, la scoperta, rappresentano indubbiamente degli obiettivi migliorativi, aiutano l’uomo a conoscere e a conoscersi meglio (il famoso “gnothi seauton” secondo il pensiero greco).
Ma quell’enorme cosmo di creatività, frutto della materia grigia cerebrale, appartiene soltanto a noi, è il nostro patrimonio tipicamente umano.
Siamo consapevoli che questo discorso, in una società come la nostra, dove i social “pascolano” abusivamente nella vita quotidiana, dove la superficialità regna con il raggiungimento dei soli desideri sensoriali e dove infine, non ci stancheremo mai di ripeterlo, l’unica meta è il denaro, ebbene quanto stiamo dicendo forse farà ridere. Speriamo che sia almeno una pietra nello stagno a ricordarci la nostra identità”.
Prima di salutarmi sorridendomi mi dice “anche in televisione, recentemente, stanno trasmettendo uno spot pubblicitario, un filo di speranza, con un monito finale che tutti non devono dimenticare: ricordarci di essere umani”.