Ricoverata 7 giorni per una risonanza? Un falso

Ricoverata 7 giorni per una risonanza? Un falso

5 Gennaio 2020 0 Di Asl Na1 Centro

Il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva, smentisce l’addebito e liquida la ricostruzione della vicenda come una fake news.

 

“Come sempre accade ad inizio di anno tutti sembrano a caccia del primo nato, della prima aggressione e perché no, del primo scandalo. Meglio ancora se consumato tra Natale e Capodanno. Rammarica però che in assenza di un fatto reale ci si spinga a piegare la realtà alle esigenze, e rammarica ancor più se questo viene fatto da una testata di grandissimo prestigio. Per rispetto della verità, ma ancor prima per il rispetto che tutti dovremmo avere nei confronti di chi sottrae tempo alla propria vita privata e alla famiglia per essere al servizio dei pazienti, ritengo sia necessario dire i fatti per quelli che sono. Lasciando a ciascuno la possibilità di farsi la propria idea”.

È una critica aspra quella che Ciro Verdoliva (direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro), porta a certa stampa, “pronta a sacrificare la verità pur di proporre un titolo ad effetto”. Nella giornata di oggi, infatti, uno dei tanti titoli sulla sanità campana recita: “Le vacanze in corsia in attesa di un esame”.

Volendo con questo rappresentare la situazione di una donna “abbandonata” a se stessa, in attesa per una settimana di essere sottoposta ad una risonanza magnetica. “Una storia perfetta per creare indignazione e parlare della solita mala sanità– prosegue Verdoliva – se non fosse per il dettaglio che la ricostruzione proposta dal cronista non corrisponde a quanto accaduto. E il fatto mi rammarica, perché ad accogliere questo articolo è un quotidiano che invece è sempre molto attento nel garantire i suoi lettori.

Se il cronista si fosse preoccupato di verificare i fatti, più che di raccogliere delle suggestioni, avremmo evitato di gettare inutilmente fango su quei medici e su quelle strutture che, con grandi sacrifici, continuano ad assicurare ai cittadini una risposta efficiente ed efficace”. La vera storia sanitaria della paziente è infatti ben diversa da quella proposta, e a dirlo sono i documenti ufficiali che la direzione generale ha immediatamente richiesto assieme ad una dettagliata relazione medica.

 

I DATI FATTUALI

giorno 24 dicembre 2019

ore 21.19 – la paziente giunge in Pronto soccorso attraverso il servizio 118

ore 21.20 – la paziente viene triagiata come codice rosso per “disturbi … omissis …”

ore 21.26 – la paziente viene presa in carico dal medico del pronto soccorso e la sua diagnosi di ingresso è di sospetta … omissis …; vengono richiesti ed effettuati esami di laboratorio in urgenza

ore 21.53 – la paziente viene sottoposta a consulenza neurologica; il neurologo richiede una TAC cranio che viene prontamente effettuata

ore 22.03 – la TAC cerebrale risulta negativa per eventi acuti

ore 22.46 – la paziente viene sottoposta ad Rx torace e diretta addome

giorno 25 dicembre 2019

ore 11.22 – per la paziente viene disposto il ricovero in U.O.C. Neurologia, non essendo disponibili posti letto viene effettuata una ricognizione presso altre strutture

ore 12.03 – la paziente viene sottoposta a nuova diretta addome; la paziente resta in osservazione sino a sera

ore 23,51 – la paziente viene sottoposta a TAC cerebrale a 24 ore dal ricovero giorno 26 dicembre 2019

ore 21,57 – la paziente viene trasferita in Osservazione Breve Intensiva

giorno 27 dicembre 2019

ore 11.29 – viene proposto il trasferimento della paziente presso il reparto di Neurologia P.O. San Paolo, proposta che i familiari della paziente rifiutano preferendo “aspettare la disponibilità di un posto letto presso l’Ospedale del Mare”

giorno 30 dicembre 2019

ore 18.37 – la paziente viene trasferita nell’U.O.C. di Neurologia

ore 18.45 – si rende necessaria e viene prenotata una risonanza magnetica dell’encefalo

giorno 31 dicembre 2019

ore 16.09 – la paziente e i familiari, pur essendo stati ben edotti dei rischi, anche gravi a cui può andare incontro la paziente, decidono di interrompere il ricovero; si raccolgono le firme sia della paziente che del figlio e la paziente lascia l’Ospedale.

 

“I fatti parlano chiaro – conclude Verdoliva – e ci dicono che la ricostruzione giornalistica proposta è palesemente falsa nel parlare di una paziente che aspetta per oltre una settimana una risonanza magnetica, ma non entra mai in lista d’attesaper radiologia”, così come falso è che la paziente sia andata via il 3 gennaio ma, ancor di più, che alla paziente sia stata negatal’assistenza come si può ben vedere dal diario clinico.

Non abbiamo mai negato la realtà quando ci vengono chieste informazioni, sempre leali e corretti nei confronti del diritto di cronaca, ma passare per una banda di sciagurati che è al lavoro per negare la sanitàai cittadini questo no, è inaccettabile. Non lo si può tollerare, anche perché so bene quanto ogni giorno le nostre donne e i nostri uomini, professionisti della sanità, si impegnano per essere al lavoro per garantire salute”.