Rivoluzione sanitaria
18 Settembre 2020Il Dicastero di Viale Giorgio Ribotta prevede dunque di stanziare 3 miliardi di euro. In pratica, si punta ad una fase di transizione che vada a ridurre le disparità territoriali.
C’è un fenomeno che ben conosciamo noi meridionali che amplifica le differenze tra Nord e Sud quando si tratta di ospedali: la migrazione sanitaria, i pazienti che da regioni del Sud sono costretti a spostarsi soprattutto in Lombardia ed Emilia – Romagna, sottraendo così risorse ai territori di provenienza. Sono lontani i giorni del duo “Gallera e Fontana” criticatissimi esponenti politici di una regione la Lombardia, che nonostante la bufera scoppiata sulla gestione Covid-19, rimane territorio sede di eccellenti strutture sanitarie. Il piano del Ministero della Salute a guida pidiessina con Roberto Speranza, con le opportunità dettate dal Recovery Fund, punta ad affrontare anche questo problema per combattere questo squilibrio all’interno del Paese. Il Dicastero di Viale Giorgio Ribotta prevede dunque di stanziare 3 miliardi di euro. In pratica, si punta ad una fase di transizione che vada a ridurre le disparità territoriali, realizzando strutture nelle zone nelle quali sono necessarie, vale a dire in quelle zone in cui si registra un flusso migratorio passivo costante, pazienti che si muovono in altre regioni per farsi curare proprio perché vicino a casa non vi è un’offerta sanitaria adeguata. Altri 700 milioni di euro, invece, sono previsti per il servizio nazionale emergenza-urgenza, con il potenziamento delle centrali operative ma anche del parco mezzi di soccorso, vale a dire le ambulanze e le automediche.