Rocco Colagrande, nello sport come nella vita non bisogna mai mollare
20 Settembre 2021Rocco Colagrande è nato a Modugno (Bari) il 23/07/1988, è diplomato all’Istituto Statale d’Arte Pino Pascali di Bari dove ha conseguito attestati di formazione di vari programmi Archicad e Autocad.
Gioca a calcio dall’età di 5 anni, la prima squadra è stata l’Adriatico, dove è cresciuto ed è stato nella Meduneum una squadra del paese natio dove ha appreso non solo i fondamentali ma anche i valori dello stare in gruppo e lottare tutti per la stessa maglia.
Poi, crescendo, l’esperienza di cambiare tante maglie, vincendo anche dei campionati.
Attualmente gioca nella Vigor Trani in eccellenza (quest’ultima riconosciuta a livello nazionale) laddove si è potuti ripartire con le dovute precauzioni: tamponi, mascherine e senza pubblico. Con Colagrande affrontiamo il delicato tema dello sport ai tempi della pandemia.
Come ha vissuto e vive, come ha affrontato ed affronta la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio per le indispensabili e severe misure restrittive adottate dalle autorità?
Inizialmente non credevo molto a questo virus, poi con il passare del tempo mi sono reso conto che il virus era, purtroppo, un evento tristemente reale. Ho avuto paura soprattutto per i miei cari perché, avendo patologie, loro erano quelli più fragili e, quindi, evitavo il contatto. Al massimo ci si incontrava solo adottando le opportune misure di prevenzione: guanti e mascherina. Ho imparato a convivere con questo virus, usando sempre le dovute precauzioni ma prendendo anche a vivere la vita come viene, per fortuna nessuno dei miei familiari ha preso l’infezione virale in modo grave ma solo in forma lieve.
Abbiamo vissuto in prima persona i disagi che la pandemia ha causato. Mia moglie è titolare di uno studio estetico, quindi capiamo tutti i titolari delle attività che hanno avuto un grosso disagio dall’evento pandemico. Non è stato facile per il Governo affrontare questa situazione. Le restrizioni per quanto dure siano state, a volte anche sbagliate, ci hanno aiutato a superare momenti di grande criticità per cui possiamo anche dire che la luce si inizia a vedere, FINALMENTE.
Quanti danni hanno arrecato allo Sport in generale ed al Calcio in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?
I danni causati allo sport in generale sono stati tanti, io parlo del calcio un mondo dove girano milioni e milioni di euro. Le società calcistiche sono anch’esse aziende che hanno subito danni in proporzione al fatturato prodotto. Basti pensare al calcio dilettantistico, un settore dove tante squadre sono state costrette ad alzare bandiera bianca. Con gli sponsor e le attività che contribuivano, nel loro piccolo, a dare una mano che si sono ritrovati in enormi difficoltà, con fatturati dimezzati, chiusure attività, con la conseguenza che tante squadre finiranno per fallire. Spero, tuttavia, con tutto il cuore, che questo non succeda. La gestione del governo non è stata impeccabile in tutti i settori, però io pongo una domanda a tutti: chi sarebbe riuscito a gestire una nazione intera in un momento così delicato e unico? Sicuramente potevano gestirla in maniera più corretta ma, ripeto, in questa fase non è stato facile per nessuno.
Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute, ovvero quanto fondamentale è l’attività sportiva per il conseguimento ed il mantenimento del benessere psicofisico?
Partiamo dal presupposto che lo sport fa bene al corpo ed alla mente, infatti anche a livello scientifico è dimostrato che l’attività fisica assicura un gran numero di vantaggi al benessere delle persone. Partendo dai bambini fino agli adulti praticare sport è fondamentale per ottenere i benefici che l’attività fisica, anche moderata, porta quotidianamente nella nostra vita.
Cosa le hanno dato in termini di crescita personale, sociale e professionale lo Sport in generale ed il Calcio in particolare?
Lo sport e il calcio, in particolare, mi hanno aiutato a far parte di un gruppo. Il gioco di squadra ti insegna a ragionare in gruppo, a confrontarsi, a trovare idee condivise. Si vince e si perde tutti insieme, non si parla mai del singolo e queste “doti”, questa mentalità, te le porti anche nella vita quotidiana. Lo sport mi fatto conoscere tanta gente e in alcuni casi si sono create delle vere e proprie amicizie. Grazie allo sport ho accumulato tanta esperienza in tutti questi anni e mi sono prefissato degli obbiettivi personali: prendere il patentino di allenatore e perché no puntare a qualcosa di più importante ma con la consapevolezza che bisogna studiare, lavorare e migliorarsi. Nello sport come nella vita non bisogna mai mollare qualsiasi cosa accada, ci si rialza più forti di prima e si riparte con nuovi obbiettivi.