Ruggi, arrivano i “pancreas artificiali”
12 Giugno 2019Mario Carrano: “È importante poter offrire ai pazienti del Centro questa terapia rivoluzionaria che permette il livello più avanzato di automazione ad oggi disponibile”.
Cambiare per sempre la vita per i pazienti diabetici grazie a nuovi dispositivi che coinvolgono tecnologia, biomedica e matematica. E in tale direzione si è mossa l’ Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’ Aragona” di Salerno che ha applicato a dodici pazienti diabetici acuti in cura presso la Clinica di Endocrinologia e Diabetologia, i primi “pancreas artificiali ibridi”, costituiti da più sistemi che, interagendo tra loro, sono in grado di replicare la funzione di regolazione dei livelli glicemici così come svolta da un pancreas sano.
In particolare, il device è composto da un sensore per il monitoraggio in continuo della glicemia, una pompa per l’infusione sottocutanea di insulina e un algoritmo matematico che connette il sensore e la pompa. In tal modo il sistema è in grado di dosare automaticamente la somministrazione di insulina riducendo i valori elevati di glicemia e minimizzando il rischio di ipoglicemia. Il sistema ibrido non è, però, in grado di regolare il rilascio di insulina necessaria durante i pasti, per cui è ancora necessario l’intervento diretto del paziente.
“La capacità di stabilizzare automaticamente i livelli di glucosio contribuisce a migliorare il Time in Range, ovvero la percentuale di tempo che le persone trascorrono in un intervallo glicemico ottimale predefinito pari a 70-180 mg/ dl – ha spiegato Mario Carrano, dirigente della Clinica Endocrinologica e Diabetologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria salernitana – Questa tecnologia ha un impatto significativo sulla vita delle persone con diabete sia dal punto di vista della qualità clinica che della vita.
È importante poter offrire ai pazienti del Centro questa terapia rivoluzionaria che permette il livello più avanzato di automazione ad oggi disponibile e fornisce un sollievo dalla gestione del diabete. Nella nostra esperienza ambulatoriale sui pazienti in cui è stata applicata tale tecnologia siamo stati in grado di raggiungere più dell’80% del tempo con livelli di glicemia nel range della normalità, risultato che nel lungo termine impatta in modo rilevante sulla riduzione dei rischi di complicanze legate al diabete, sia acute che croniche, obiettivo imprescindibile e fondamentale per la gestione dei pazienti affetti da questa patologia”.