Ruggi, il reparto di Gravidanza a Rischio e diagnostica prenatale aperto 5 giorni a settimana
26 Dicembre 2023Nel tentativo di garantire un accesso equo e di qualità alle cure prenatali, il reparto di Gravidanza a Rischio e diagnostica prenatale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”di Salerno sta compiendo un passo significativo, aprendo al pubblico gli ambulatori dedicati alle gravidanze a rischio cinque giorni alla settimana.
Mario Polichetti, il direttore del reparto, ha dichiarato che l’iniziativa mira a fornire assistenza medica alle donne in gravidanza che non possono permettersi il servizio di un ginecologo privato. “Abbiamo il personale disponibile e vogliamo andare incontro a tante persone che, purtroppo, non hanno accesso a servizi medici specializzati” – ha spiegato.
L’ambulatorio sarà aperto dal lunedì al venerdì durante le ore mattutine, offrendo servizi quali visite per le gravidanze a rischio, esecuzioni di test di diagnostica prenatale e ecografie morfologiche. Un elemento chiave di questa iniziativa è la possibilità per le pazienti di accedere ai servizi presentando una semplice ricetta del medico, rendendo così più agevole il percorso per chi affronta difficoltà economiche.
Il dottore Polichetti ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa non solo dal punto di vista medico, ma anche come un atto politico e sindacale a favore delle classi meno abbienti. “La salute materna non può essere un privilegio per pochi. Vogliamo garantire che ogni donna incinta, indipendentemente dalla sua situazione economica, abbia accesso alle cure necessarie per garantire una gravidanza sana e un parto sicuro” – ha affermato con convinzione.
L’apertura degli ambulatori sei giorni alla settimana rappresenta un passo avanti significativo per migliorare la salute materna nella regione e dimostra l’impegno dell’ospedale nel rendere accessibili i servizi di alta qualità a tutte le donne in gravidanza. “Questa iniziativa potrebbe costituire un modello da seguire per altre strutture sanitarie, contribuendo così a ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure prenatali e a promuovere la salute delle madri e dei loro bambini”- ha concluso.