Ruggi, situazione sempre più drammatica al reparto di Cardiochirurgia
20 Agosto 2024La drammatica situazione nel reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Ruggi di Salerno, dove la carenza di specialisti ha portato i medici a dover scegliere chi salvare per primo, ha suscitato l’indignazione di Mario Polichetti, responsabile nazionale Sanità dell’Udc.
“Non è più tollerabile che la salute pubblica sia messa a repentaglio da situazioni del genere” – afferma Mario Polichetti, responsabile nazionale della Sanità per l’Udc, commentando l’emergenza che sta affliggendo la cardiochirurgia del Ruggi. “Siamo di fronte a un reparto che, da fiore all’occhiello della sanità salernitana, è diventato la cenerentola. Non possiamo permettere che questo accada”.
Polichetti esprime una profonda preoccupazione per la situazione che, già critica, è ulteriormente peggiorata nelle ultime settimane. “È inaccettabile” – continua Polichetti – “che i colleghi, stremati dalla fatica, siano costretti a prendere decisioni così drammatiche, come accadde durante la pandemia di COVID-19, quando si doveva scegliere chi trattare a causa delle risorse limitate. Questo non dovrebbe accadere in un paese avanzato”.
Rivolgendosi direttamente al direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi di Salerno”, Polichetti è chiaro: “Serve trovare una soluzione immediata a questo problema. Sono certo che come persona responsabile ed eticamente sana, saprà gestire la situazione in maniera ottimale. È necessario attivare tutte le procedure per reclutare nuovi medici e garantire l’assistenza alle persone che ne hanno bisogno. Non possiamo più permettere che la carenza di specialisti trasformi l’ospedale di Salerno in un luogo dove si rischia di morire in attesa di un intervento. È ora di agire con determinazione e responsabilità per ripristinare dignità e sicurezza a un reparto che deve tornare ad essere un punto di riferimento per la sanità salernitana e campana. Chiediamo un intervento immediato per garantire che nessun paziente debba più affrontare il dramma di un intervento rinviato, o peggio, di una vita messa in pericolo per la mancanza di persona”.