Sabino di Stasi: “Il tempo è la cosa più preziosa, dobbiamo utilizzarlo nel modo migliore”
9 Novembre 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
La fase pandemica ha portato con sé grandi difficoltà, sia dentro che fuori dall’ambiente sportivo. Innanzitutto il danno per me più grande è stato quello di dover concludere il ciclo di laurea magistrale dalla mia stanza.
Indipendentemente dal fatto che la facoltà di scienze motorie ponga al centro dello studio il movimento, seguire lezioni davanti un pc e non poter sperimentare molte conoscenze pratiche, è stato molto frustrante.
Per quanto riguarda l’ambito motorio, posso dire di essere stato fortunato. Sono ormai anni che frequento la sala attrezzi, da allenatore e da allenante, e pensare di poter essere privato di tutto ciò è stato il punto di svolta. Da quell’angoscia è emersa una forza intraprendente che mi ha spinto, a partire da quei vecchi manubri e quella panca ossidata , a fondare le basi una vera e propria isola del benessere in ambiente domestico. È proprio lì che ho preparato successivamente la mia prima competizione di culturismo natural.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Sicuramente vi è stato un grosso danno di natura economica. Per noi professionisti del settore non poter praticare in loco, ci ha costretti a reinventarci per non sopperire. Di fatto, come per me così per molti, il coaching online è stato una svolta. Tutt’oggi continuo ad offrirlo, ottenendo davvero bei risultati con i miei clienti.
Tuttavia a frequentare l’ambiente sportivo per trarne benefici è soprattutto la clientela. Come noi professionisti, anche quest’ultima ha subito danni di natura economica (con palestre le quali hanno negato recuperi o agevolazioni) ma soprattutto danni di natura psicofisica. L’attività motoria è ALLA BASE DELLA SALUTE e non poterla praticare ha certamente minato lo stato psicofisico e sociale di molte persone, bambini e anziani in primis.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Posso dire che non c’è mai stato un “modello” che mi abbia spinto ad intraprendere questo percorso. Come tutto è nato per gioco e passione così è stato per l’agonismo stesso. Avendo maturato nel tempo una concezione olistica e quindi totalitaria alla mia quotidianità l’agonismo è nato come pura sfida con me stesso, un “ci posso riuscire? E se si, cosa ne posso apprendere?”. E così è stato. Sicuramente hanno ricoperto un ruolo importante il mio preparatore, Federico Sirna, il quale mi ha guidato nell’agonismo stesso, Martina, mia futura moglie e collega e la mia famiglia, standomi accanto nei mesi di preparazione.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Tanto. Non lo dico con superficialità, ma con tanta consapevolezza e fermezza. Troppo spesso si assiste a gente che intraprende un percorso sportivo o di miglioramento, pensando solamente che basti entrare nel miglior centro per realizzare ogni obiettivo. Spesso ci si focalizza sulla ricerca della novità, della struttura più bella o di chissà quale integratore miracoloso, dimenticandoci del grande e unico potere che abbiamo noi sul nostro corpo, sulla realizzazione del movimento stesso e sul perseguimento degli obiettivi prefissati.
A mio parere, quindi la forza di volontà rappresenta l’aspetto più importante di tutti e, purtroppo o per fortuna, quella non è in vendita.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Cari ragazzi, bisogna essere consci di quello che si fa e di come lo si fa. Seguire un obiettivo con costanza e darsi tempo. Il tempo rimane la cosa più preziosa di cui si può disporre, dobbiamo solo essere abili ad utilizzarlo nel modo migliore.
Vedere l’allenamento come un qualcosa fine a se stesso, che termina dopo la classica doccia e uscendo dalla palestra, è l’errore che sempre più si tende a commettere. L’attività motoria, così come un regime alimentare bilanciato e vario, devono far parte della nostra quotidianità. Abili nel vivere bene, migliorare per migliorarsi.