Salerno, in due ospedali manca il personale
27 Gennaio 2020I delegati Rsu del “Ruggi d’Aragona” – Biondino, Lopez e Tortora – denunciano le carenze in cui versano gli ospedali di Cava de’ Tirreni e di Castiglione di Ravello.
Nosocomi e problemi di organico. “Che l’ospedale di Cava sembra non faccia parte dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno oramai è cosa risaputa – si legge nella nota – ma che tra gli obiettivi dell’Ente è stata programmata la sua imminente chiusura per consunzione è un aspetto inquietante, di cui sarebbe ora di prenderne coscienza. Molti ci additano quali disfattisti ma la situazione nel concreto sta degenerando, senza alcun segnale di attenzione anche da parte dell’attuale direzione strategica. La situazione creatasi da mesi al Pronto Soccorso rimasto con soli tre medici chirurghi i quali non possono garantire la turnistica sulle 24 ore e che vengono coadiuvati da dirigenti provenienti dal reparto di Chirurgia generale, anch’essi in numero ridotto, alcuni dei quali prescritti e quindi impossibilitati ad espletare turni notturni con aggravio di lavoro oltre ogni limite umano e in difformità ad ogni vincolo di legge sulla materia. Il personale infermieristico è sottorganico in ogni reparto, costretto a turni estenuanti e quotidianamente dequalificato per assenza di personale di supporto. Inoltre ad aggravare la situazione, oltre al numero ordinario di posti letto si aggiungono barelle come ad esempio accaduto per il reparto di chirurgia che oltre ai quindici posti letto previsti sono state aggiunti altri quattro posti in barella con solo due unità infermieristiche in turno e senza OSS. Tranne il Pronto Soccorso, tutti gli altri reparti quasi sempre non hanno coperto il turno notturno con gli Oss e pertanto la loro funzione deve essere necessariamente ottemperata dal personale infermieristico conseguente dequalificazione della loro professionalità. Il servizio di portierato e di vigilanza presenta una carenza di quattro e a breve cinque unità poiché un operatore andrà in quiescenza per cui non si capisce perché l’ente blocca i passaggi orizzontali e così riqualificare il personale ed evitare migliaia di ore di lavoro straordinario con grave danno per l’erario. Il servizio necroscopico è garantito solo con orario straordinario in spregio a tutte le norme contrattuali da personale alterno tra Oss e Guardie giurate a dimostrazione di come la direzione strategica considera i cittadini che hanno necessità di particolare attenzione in tali situazioni. Il Servizio trasporto infermi si sta dissolvendo grazie alla totale inefficienza dell’ente nell’affrontare i processi di riqualificazione aziendali: gli autisti sono quattro e a giugno si riducono a tre unità poiché un operatore andrà in quiescenza, i quali garantiscono turni sulle 24 ore per l’ambulanza di tipo B, il servizio ambulanza di tipo A con turni esclusivi turni di reperibilità e il servizio navetta sulle 6 ore giornaliere in orario straordinario e reperibilità continue (stanno sempre in servizio); Come se non bastasse agli stessi operatori viene richiesto di effettuare con le auto aziendali servizi non di loro competenza poiché trattasi di mansioni dequalificanti, essendo inquadrati quali autisti di ambulanza categoria BS, nel mentre tali compiti sono di competenza di commessi ovvero ausiliari addetti ai servizi tecnico economali e quindi di categoria A o B”.
Se Atene piange Sparta non ride. “La situazione del servizio trasporti a Castiglione di Ravello è ancora più grave – prosegue la nota – nonostante varie disposizioni da parte del responsabile del settore, i dirigenti medici della struttura della Costiera Amalfitana si ostinano a richiedere la contestuale attivazione della seconda autoambulanza, anche se non necessaria, la qualcosa crea enormi disagi al personale preposto a tale servizio. Gli operatori attualmente in forza a tale struttura sono sole cinque unità effettive (un operatore in malattia lunga), le quali oltre a dover garantire la turnistica sulle 24 ore senza la sesta unità a copertura di ferie e festività ovvero assenze giustificate, sono costrette a dover espletare anche reperibilità, oltre ogni limite consentito, per garantire la seconda autoambulanza. Tale stato di fatto determina che il predetto personale oltre a dover ancora usufruire di ferie per gli anni 2018, 2019, cui si sommano quelle relative al 2020, effettuano un servizio di pronta disponibilità che varia tra le 16, 17 e anche 18 turni, in spregio a tutte le norme contrattuali e legislative vigenti e regolamentanti l’istituto. Siamo alla confusione elevata a sistema di gestione. Nonostante quanto esposto molti si ostinano ad affermare che va tutto bene. Ovviamente sono solo quelli che per curarsi vanno e portano i loro familiari da qualche altra parte”.