Salerno, riapertura delle chiese
5 Maggio 2020Riaprono le chiese della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno, ma solo per la preghiera personale e rispettando le indicazioni fornite dalla presidenza della Cei.
Si ricomincia. Per ora non è possibile celebrare matrimoni e battesimi, mentre i funerali possono tenersi all’aperto con un massimo di quindici familiari.
Per consentire l’accesso in chiesa ai fedeli e per celebrare i funerali all’aperto, l’arcivescovo monsignor Andrea Bellandi, ha inviato una lettera ai parroci della diocesi con le regole da osservare nella Fase 2.
“L’orario di apertura sarà compreso tra le 9 e le 19; non si potranno tenere né preghiere né adorazioni comunitarie; sarà obbligatorio disporre all’ingresso uno o due dispenser d’igienizzante; se la chiesa ha spazi ampi, dovrà essere distinta una zona d’accesso e una di permanenza; prima di ogni riapertura l’ambiente sarà sanificato con prodotti a base d’alcool o cloro, con particolare attenzione a porte d’ingresso, panche, eventuali porta-candele e tutti gli oggetti con cui le persone possono entrare in contatto; alla porta d’ingresso dovrà essere affisso un cartello con orari di apertura, richiesta di igienizzare le mani, d’indossare la mascherina, di mantenere la distanza di un metro, di attendere fuori dal tempio qualora all’interno ci siano troppe persone; è preferibile che ad aprire e chiudere la chiesa sia la stessa persona – precisa monsignor Bellandi.
“Riguardo ai funerali, da celebrare possibilmente all’aperto, ed alle celebrazioni dovrà essere misurata la temperatura corporea di tutti i partecipanti al rito, massimo quindici, impedendo di accedere a chi supera i 37.5 gradi e che, al termine della funzione, dovranno essere evitati assembramenti e cortei di accompagnamento al cimitero” – aggiunge l’arcivescovo.
“Durante le funzioni, al momento della comunione, solo il celebrante, dopo aver igienizzato le mani, potrà muoversi per raggiungere i fedeli, disposti alla distanza di sicurezza di almeno un metro; il sacerdote dovrà indossare la mascherina porgendo l’ostia sulle mani dei fedeli, badando a non toccarle”- conclude monsignor Bellandi.