Salute mentale, l’intelligenza artificiale per migliorarne le cure
23 Maggio 2023L’Intelligenza Artificiale può aiutare a migliorare le cure per la salute mentale e a trovare il farmaco e le dosi più adatte al singolo paziente, diminuendo gli effetti collaterali.
Allo stesso tempo, oggi si ricomincia a investire sul fronte della ricerca per malattie come depressione e schizofrenia. Ad affrontare la salute mentale, a 45 dalla legge Basaglia che aprì le porte dei manicomi, è stato l’incontro “Principi attivi”, primo di un ciclo di eventi sul tema promossi da Boehringer Ingelheim Italia a Roma.
“Nel mondo sono in sviluppo 1600 farmaci e molte terapie digitali per la salute mentale, dati che mostrano l’impegno della ricerca dell’industria farmaceutica in questo ambito”, spiega Carlo Riccini, direttore del Centro Studi Farmindustria.
“Quello a cui si punta è una psichiatria personalizzata, ovvero ritagliata sulla persona, come sta accadendo ad esempio nella cura dei tumori dove si punta sempre più verso un’oncologia di precisione – spiega all’ANSA Giulio Corrivetti, vicepresidente della Società Italiana di Psichiatria -. Allo stesso modo, le terapie digitali possono essere un ottimo supporto per favorire nei pazienti psichiatrici l’aderenza alle prescrizioni del medico”.
A distanza di 45 sono ormai in pochi a conoscere la legge Basaglia, “una legge che per la sua innovatività”, sottolinea la senatrice Sandra Zampa (Pd), “non ha eguali ma richiede un cambiamento, ancora in atto, affinché si arrivi a dare le giuste risposte alle esigenze di pazienti e famiglie”. La Legge Basaglia, nel 1978, restituì dignità e diritti alle persone con fragilità mentali “ma sono ancora tante le sfide da affrontare – aggiunge Morena Sangiovanni, presidente di Boehringer Ingelheim Italia – dall’offrire una reale presa in carico sul territorio alla possibilità di offrire terapie efficaci a chi ne ha bisogno”.
“La sanità deve considerare la persona nella sua integralità – conclude Maurizio Lupi, componente della Commissione Giustizia della Camera -. Per anni ci siamo concentrati sulla malattia fisica, tralasciando tutto quello che riguarda la sfera della salute mentale. Il terzo settore, in questo momento, è importante ma non è abbastanza e siamo chiamati a lavorare per colmare questo divario”.