Salute mentale, stop ai pregiudizi sulla “pericolosità” delle persone malate
25 Settembre 2022Otto italiani su 10 hanno avuto a che fare con persone con un disturbo mentale, più o meno grave.
Si confermano pregiudizi e luoghi comuni, come quello sulla presunta ‘pericolosità’ delle persone che soffrono di disturbi mentali.
O quello che vede i giovani più inclini al disagio psichico. Mentre resta una generale vergogna a parlare dei propri problemi psicologici e si apre una ‘disputa’ tra uomini e donne su chi è più sotto stress. Questo il quadro che emerge da un’indagine realizzata dalla Doxa per il Festival della Salute Mentale Ro.Mens, che si terrà dal 26 settembre al 2 ottobre a Roma.
I risultati della ricerca, effettuata su un campione di mille persone, parlano di “una significativa presenza di sofferenza psichica”: l’80% della popolazione, infatti, afferma di essersi relazionata con persone con disturbi mentali, dall’ansia o la depressione a forme più gravi come la schizofrenia o i disturbi bipolari. Su questa pesa il permanere di pregiudizi non supportati da evidenze: il 65% degli intervistati ritiene le persone con disturbi mentali siano pericolose o violente per se stesse e il 48% pericolose ritiene lo siano anche per gli altri. “Lo stigma – spiega Massimo Cozza, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Roma 2 – è una delle più grandi barriere per l’accesso alle cure e conduce a isolamento sociale, discriminazioni, violazioni dei diritti in famiglia, come a scuola, nei luoghi di lavoro. Le persone con disturbi mentali sono spesso considerate pericolose. Mentre, in realtà, loro stesse sono più a rischio di essere aggredite, in particolare le donne sono più a rischio di abusi”.
Nel mondo, i disturbi mentali hanno colpito 970 milioni di persone nel 2019 e sono aumentati per gli effetti della pandemia Covid-19. I più diffusi sono ansia e depressione, aumentati del 25% nel primo anno di pandemia; mentre la schizofrenia si verifica in circa un adulto su 200 e in Italia si stima ne soffrano in 245mila. Un altro luogo comune emerso dall’indagine Doxa riguarda i giovani: il 38% degli intervistati ritiene, infatti, che la categoria più incline allo sviluppo di problemi mentali, sia quella tra i 14 e i 24 anni.
Lo spaccato rivela inoltre un paradosso: a fronte di un equilibrio tra uomini e donne nel soffrire di problemi mentali, c’è una però reciproca tendenza ad attribuirlo maggiormente al proprio genere di appartenenza. “Il 60% degli uomini pensa che sia il sesso maschile quello più incline ad avere problemi di salute mentale dettati dallo stress, mentre il 40% lo attribuisce alle donne. D’altro canto, però il 60% delle donne ritiene che sia il genere femminile a soffrirne di più. Questa contraddizione parla di una difficoltà di comunicazione”, spiega Massimo Cozza, direttore Dsm Asl Roma 2. Emerge, infine, difficoltà a condividere i problemi psicologici: il 78% ritiene che ne parlerebbe solo con i conoscenti più stretti o i familiari, mentre il 22% preferirebbe non parlarne con nessuno.
Dall’altro lato, il marchio negativo per chi va dallo psicologo sembra essere in gran parte superato: non è qualcosa da tenere nascosto per il 76%. Un dato positivo che va di pari passo col fatto che, ai primi di settembre, erano già arrivate all’Inps oltre 210mila richieste per il Bonus Psicologo.
I risultati completi dell’indagine saranno presentati martedì in Campidoglio nell’ambito di Ro.Mens, il festival promosso dal Dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma 2.
Abbattere i pregiudizi e sfatare luoghi comuni è l’obiettivo dell’iniziativa, grazie a un calendario fitto di eventi, che spaziano dal teatro alla musica, dai fumetti ai cortometraggi.