Salvare le api per salvare l’uomo
23 Maggio 2019In occasione della Giornata mondiale dell’insetto simbolo della laboriosità che si è celebrata nei giorni scorsi Slow Food ha lanciato una campagna a difesa dell’insetto.
“Slow Bees” questo il nome dell’iniziativa che mira a difendere gli impollinatori e assicurare maggiore eco e visibilità alle minacce che colpiscono le api, gli altri insetti impollinatori, le piante e la biodiversità.
Quasi il 75% delle coltivazioni alimentari dipende, infatti, dall’impollinazione animale. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), oggi le colonie di api sono soggette a livelli di estinzione che sono da 100 a 1000 volte più elevati del normale. La responsabilità? Dell’uomo e dall’uso e abuso di pesticidi in agricoltura.
Per far fronte a questi dati allarmanti, in occasione della Giornata mondiale delle api, attivisti, comunità e Condotte Slow Food hanno piantato arbusti o alberi biologici da fiore per offrire alle api un nutrimento privo di pesticidi. Una mobilitazione lanciata a livello globale tra tutta la rete della Chiocciola e non solo: chiunque può partecipare, piantando fiori e alberi biologici.
“Siamo convinti che parlare e far conoscere il mondo di api e impollinatori sia il segreto per osservare, conoscere, misurare e proteggere la biodiversità, mettendo in primo piano le conoscenze tradizionali riguardanti le pratiche agricole sostenibili. Non possono esserci impollinatori sani senza un numero sufficiente di fiori biologici per tutto il periodo vegetativo: ecco perché è fondamentale agire adesso” – commentano gli apicoltori Jennifer Holmes (Florida), Terry Oxford (California) e Guido Cortese (Italia), coordinatori delle attività di Slow Food per la Giornata mondiale delle api.
Simbolicamente, il 20 maggio alcuni rappresentanti di Stati membri dell’Unione Europea si incontreranno per discutere l’attuazione degli standard per la valutazione della tossicità, ovvero il Bee Guidance Document elaborato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) già nel 2013, e che comprende anche la proposta di protocolli più adeguati e cautelativi in caso di valutazione dell’autorizzazione di nuove molecole. Questi infatti non sono ancora stati adottati in tutta Europa e si persevera con le farse pseudo-precauzionali, per l’ostinata opposizione degli Stati membri dell’Ue e delle filiere agrochimiche.
Per completezza di informazioni, aggiungiamo che l’Efsa ha applicato appieno le nuove norme solo nella valutazione dei tre neonicotinoidi (imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam), vietati in Unione Europea nel 2018. Finora, i governi nazionali europei non hanno applicato le linee guida dell’Efsa in tutte le altre decisioni riguardanti i pesticidi.