Salvatore Di Landro, la pandemia ha messo in ginocchio il mondo intero
12 Febbraio 2021
“Sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni – di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) – riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico.
Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, partecipanti alle competizioni consentite dal decreto e muniti di tessera agonistica, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate e Enti di promozione sportiva. Il Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e il Comitato italiano paralimpico (CIP) vigilano sul rispetto delle disposizioni di cui alla presente lettera.
Nelle zone rosse sono sospese le competizioni e gli eventi organizzati dagli Enti di Promozione Sportiva”. Queste le disposizioni dell’ultimo dpcm riguardanti lo Sport agonistico.
Giocano le serie maggiori, ma quale sarà la sorte delle serie minori e soprattutto, i tanti ragazzi delle Scuole Calcio quando potranno riprendere la loro attività?
Sarebbe opportuno non trascurare l’effetto negativo di un lungo periodo di restrizioni sulla psiche dei ragazzi. Paura del contagio sì, ma anche paura di danni psicologici difficilmente riparabili.
Di questo parliamo con Salvatore Di Landro, giovane agonista nato il 14/07/1999 a Salerno e vive ad Atrani nella meravigliosa Costiera amalfitana.
Ruolo: centrocampista (mezzala)
Presenze totali: 147 (eccellenza-promozione)
Settore giovanile Costa D’Amalfi età 7 anni, vari provini in squadre professionistiche: 2013 Novara- 2014 Avellino- 2015 Genova- 2016 Chievo Verona
2016vittoria campionato e play off under 17
2016-2017 vittoria campionato promozione (Costa D’Amalfi)
2017-2018 salvezza in eccellenza Costa D’Amalfi
2018-2019 play off Eccellenza
2019-2020 (vittoria campionato Promoziome Lions mons militum)
2021-2021 eccellenza Lions Mons Militum
Come ha vissuto e vive Sasà Di Landro la paura della pandemia ed il disagio legato alle indispensabili misure restrittive?
Innanzitutto grazie per l’intervista. Questa maledetta pandemia ha messo in ginocchio il mondo intero causando tanti danni economici e psichici. Per quel che mi riguarda ho trascorso il primo lockdown aiutando l’attività familiare al mattino, e, per quel che si riusciva, allenandomi in forma individuale in casa. È stato molto brutto, stare in casa, lontano dai campi, perché le misure restrittive erano, comprensibilmente, molto rigide. Per noi calciatori, ma credo per tutti gli sportivi, è stato un vero e proprio incubo bloccare le competizioni e campionati, soprattutto lo scorso marzo, quando noi del Montemiletto eravamo nel clou della stagione, ma per fortuna abbiamo raccolto ciò che di buono abbiamo seminato durante i mesi precedenti.
Le misure restrittive sembrano penalizzare solo le serie minori. Secondo Lei è possibile la ripartenza per tutte le serie, naturalmente in assoluta sicurezza?
Siamo in una situazione difficile, dove i dubbi e le incertezze ne fanno da padrone. L’ultimo allenamento risale a più di 3 mesi fa, certo ci si allena a casa ma non è la stessa cosa che allenarsi nel rettangolo di gioco, ora siamo a febbraio è molto difficile pensare ad una ripartenza perché non ci sarebbero i tempi per disputare le partire. Ho ascoltato e sentito tante notizie, dal disputare solo il girone d’andata al giocare ogni 3 giorni ma penso che siano opzioni poco reali. Forse se nei mesi precedenti, il Governo, in sintonia con le federazioni, avesse aiutato le società con i fondi per fare i tamponi ai tesserati, ma soprattutto avesse realizzato un protocollo unico, si sarebbe potuto ripartire, sempre in sicurezza. L’eccellenza è un campionato importante, con grandi calciatori, ci alleniamo 4 giorni a settimana più il giorno della gara sono 5 e ci reputano dilettanti, questo non va bene.
Il Calcio, Scuola di vita. Cosa rappresenta il pallone per Lei?
Il calcio come tanti altri sport è un gioco di squadra che ti regala emozioni uniche. Ora ho 22 anni, sono molto giovane, e grazie a questo sport ho conosciuto persone che sono diventati poi dei fratelli per me. Giocare a calcio è anche uno stile di vita, perché comporta enormi sacrifici se lo fai con serietà. Ti insegna il rispetto per le regole, ti rende una persona più responsabile forgiando il tuo carattere e la tua personalità. Il pallone per me rappresenta tanto, ma come dico sempre, nella vita bisogna avere sempre un piano b.
Vivere in Costiera Amalfitana è un privilegio che pochi hanno ed offre senz’altro una marcia in più in quanto a salubrità e benessere. Quanto importante è stato per Lei vivere ad Atrani per il suo sviluppo psicofisico e professionale?
Gran bella domanda. Innanzitutto mi sento molto fortunato a vivere in costiera, che però forse, per un calciatore e un’arma a doppio taglio perché il beneficio è quello della tranquillità e del recupero fisico anticipato, grazie a tanti fattori, primo su tutti il mare, da un altro punto di vista, invece, vivere qui può penalizzarti un po’ perché la posizione geografica della costiera è un po’ scomoda per raggiungere una qualsiasi altra città. A meno che non si giochi in costiera, si è costretti a viaggiare come abbiamo fatto in questi due anni io, Capitan Cestaro, mister Contaldo e da quest’anno anche bomber Marino, impiegando quasi 1 ora e mezzo per raggiungere Montemiletto.