Salvatore Iozzi: “Nello sport servono tanti sacrifici, ma questi verranno tutti ripagati”
1 Luglio 2022“I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli “. (Roberto Baggio)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un calciatore di lungo corso: Salvatore Iozzi.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Se due anni fa ci avessero detto che le nostre libertà sarebbero state limitate al punto che anche una corsa all’aperto ci sarebbe sembrata un privilegio, non ci avrei creduto. Molte persone, tra cui i ragazzi più giovani, per i quali lo sport rappresenta un modo per divertirsi, staccare dalla vita quotidiana e soprattutto rappresenta una passione, dover rimanere a casa non penso faccia piacere, come anche gente più grande che per lavoro appunto fa sport e che quindi non poter praticare è una problematica abbastanza seria. A mio avviso la pandemia ha tolto molto allo stesso tempo ha aumentato l’importanza di alcuni valori, come per esempio goderci il tempo che stiamo fuori, a fare una passeggiata, scambiare quattro chiacchiere con gli amici o semplicemente cogliere un sorriso da una persona incontrata per strada, tutte cose che sono venute a mancare con la pandemia e che una volta passata questa situazione bisognerebbe imparare ad apprezzare di più. Mentre eravamo in lockdown ho sperato tanto di poter ritornare a fare quello che più mi piace ovvero tornare a giocare a calcio, chi non ne è effettivamente coinvolta non sa cosa si prova a stare senza calcio, alcuni c’è l’hanno come stile di vita e ovviamente fanno molta fatica a farne a meno. Spero che ora si possa ritornare alla “normalità”.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Tante persone fanno questo come lavoro, e con la pandemia sono venuti a mancare introiti a famiglie e persone per le quali era fondamentale, su questo la politica diamo a cercato di fare qualcosa a riguarda, anche se in modo non tanto efficiente, ma che ha ovviamente aiutato tutte le persone che dipendono dallo sport.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? O si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Ho iniziato ad avere la passione per il calcio grazie a mio Nonno, il quale mi ha trasmesso la passione di giocare a calcio nello specifico nel ruolo di portiere, come lo era lui. Non posso dimenticare quando andavamo al parco ad allenarci insieme e lui era felice perché vedeva che ci mettevo tanto impegno e che allo stesso tempo mi divertivo. Sono 4 anni che gioco con i “grandi” e purtroppo mio nonno è venuto a mancare molto prima, sarebbe stato felice ed orgoglioso di come sono cresciuto e delle poche cose di buono che ho fatto.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Come nella vita, ci vuole tanta forza di volontà e tanta determinazione, lo stesso è nell’ambito del calcio e in generale nello sport. Sono del parere che lo sport soprattutto se fatto da piccoli ti forma come persona sia dentro che soprattutto fuori, nella vita di tutti i giorni. Ho avuto tanta determinazione e voglia di raggiungere obiettivi da sempre, diciamo che è una “dote di famiglia”, mio padre mi dice sempre che bisogna dare sempre il massimo in tutto quello che si va a fare sia nel calcio, in questo caso, e sia nella vita, e ovviamente di farlo con serenità perché si sa le cose fatte senza un po’ di divertimento e serenità vengono male, inoltre penso che il calcio mi abbia dato tanto a livello umano, ed ovviamente ho sempre lavorato con costanza e con tanta tantissima voglia.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Sono ancora e mi sento ancora un ragazzino, quindi ai ragazzi che hanno la passione per il calcio dico di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà e di dover sempre dare il massimo e soprattutto in questo campo ci vogliono tanti sacrifici, perché prima o poi i sacrifici ripagano sempre.