Samuele, la voce di una lotta invisibile

Samuele, la voce di una lotta invisibile

12 Settembre 2024 Off Di Fabio De Biase

Samuele ha 7 anni e vive a Napoli. La sua vita scolastica è legata indissolubilmente alla presenza di un assistente che lo aiuti a superare le barriere quotidiane imposte dalla sua disabilità. Ma ora, con la sospensione del servizio di assistenza della “Napoli Servizi”, la sua routine è stata stravolta. Samuele non può muoversi senza aiuto, non può comunicare con i compagni senza qualcuno che faccia da tramite. La scuola, per lui, è molto più che un diritto: è una finestra aperta sul mondo, uno spazio di inclusione e crescita. Ma questa finestra rischia di chiudersi.

La madre di Samuele è una delle tante che ha preso parte alle recenti proteste. Lei non chiede nulla di più di ciò che spetta al figlio: un’istruzione dignitosa, che non lo lasci indietro. Le proteste hanno coinvolto decine di lavoratori e genitori, preoccupati non solo per la perdita del posto di lavoro, ma soprattutto per il futuro dei loro figli. La causa? Una recente riorganizzazione dei servizi che richiede personale con qualifiche specifiche, creando uno stallo nei servizi di assistenza scolastica per i bambini disabili.

Samuele, insieme a tanti altri, vive un momento di grande incertezza. Ogni giorno senza assistenza è un passo indietro, non solo per la sua educazione, ma per la sua autonomia e il suo sviluppo personale. Le nuove regole impongono che il personale sia altamente qualificato, ma nel frattempo i bambini restano senza sostegno. Le istituzioni hanno promesso soluzioni, ma il vuoto creato è già pesante.

Le voci della protesta

I lavoratori della “Napoli Servizi” hanno alzato la voce insieme alle madri, chiedendo di non essere abbandonati. Per vent’anni, questo servizio ha rappresentato una risorsa fondamentale per le scuole di Napoli, un legame insostituibile tra il mondo dell’istruzione e i bisogni speciali dei bambini. La sospensione del servizio ha creato una frattura in questo delicato equilibrio.

Il Comune ha garantito la continuità del supporto, promettendo un bando per l’assistenza specialistica. Tuttavia, il garante per i disabili della Campania ha sollevato preoccupazioni: l’improvvisa interruzione dell’assistenza rischia di lasciare un vuoto incolmabile, con conseguenze drammatiche per le famiglie coinvolte. L’attesa per un nuovo personale adeguatamente formato può essere lunga, troppo lunga per chi dipende da questo supporto ogni giorno.

Una riflessione più ampia

La storia di Samuele è emblematica di una sfida più grande. In Italia, il diritto all’istruzione è sancito dalla Costituzione, ma spesso la realtà si scontra con la burocrazia e le difficoltà operative. Il rischio di lasciare indietro i bambini più vulnerabili, come Samuele, è altissimo. Le istituzioni devono affrontare queste situazioni con urgenza, garantendo non solo la qualità dei servizi, ma anche la loro continuità. Un’interruzione temporanea può avere effetti irreversibili sullo sviluppo di questi bambini.

Non possiamo permettere che la vita di Samuele e di tanti altri sia messa in pausa. La scuola rappresenta per loro uno spazio di inclusione, ma anche di crescita personale, autonomia e dignità. E mentre si cerca di trovare soluzioni migliori, non possiamo dimenticare che ogni giorno senza assistenza è un giorno perso, non solo per l’istruzione, ma per il futuro di una generazione che ha il diritto di essere parte attiva della nostra società.

La storia di Samuele ci ricorda quanto sia fragile l’equilibrio tra diritti e realtà. Le istituzioni devono agire rapidamente e con determinazione per garantire che nessun bambino venga lasciato indietro. Non si tratta solo di giustizia sociale, ma di un imperativo morale: ogni bambino merita un’istruzione che rispetti la sua dignità e il suo diritto di crescere, senza mai sentirsi escluso o dimenticato.