San Giovanni Bosco: i delinquenti restano delinquenti
20 Marzo 2019Si ha un bel gridare allo scandalo dell’infiltrazioni camorristiche negli ospedali. Per troppo tempo sono saltati i controlli intermedi e gli interventi repressivi da soli non bastano.
Sono anni che negli ambienti della sanità si registra uno strisciante, e neanche tanto, ingresso della criminalità organizzata. Le esternalizzazioni dei servizi (pulizie, lavanderia, mensa, guardianie) nate per contenere i costi del personale alle dirette dipendenze dell’ente sono servite, alla fine, ad ungere le ruote del carro della camorra. Ogni tanto qualche arresto eclatante, qualche commissariamento altrettanto eclatante di strutture sanitarie con l’invio di funzionari prefettizi, e ancora il tintinnio di manette per qualche colletto bianco interno le Aziende sanitarie. A volte, l’alzata di scudi di qualche voce politica isolata e di qualche organizzazione sindacale che hanno denunciato la piaga. Troppo poco. Troppo poco per sconfiggere un fenomeno che è diventato sistema, cancro, piovra.
Giungiamo così all’ultima puntata con la solita mano che buca le ruote dei dipendenti del nosocomio della Doganella. “L’Asl è con le donne e gli uomini che lavorano in condizioni difficili per garantire assistenza all’utenza – dice Ciro Verdoliva, commissario straordinario dell’Asl Napoli 1 Centro – atti simili rafforzano la nostra determinazione”. “Sapevamo che rompere equilibri del malaffare avrebbe generato reazioni, era solo questione di tempo – aggiunge Ciro Verdoliva – chi ha pensato di spaventarci o chi pensa di poter dettare legge ha però commesso l’errore di sottovalutare la nostra determinazione. Atti simili mi fanno capire che stiamo andando nella direzione giusta”.
Fa bene il commissario della Napoli 1 a rispondere colpo su colpo alle provocazioni dei delinquenti. Però è importante che intorno a lui si cementi un rapporto solido di tutte le istituzioni coinvolte, dalla Politica alla Magistratura, perché in questi casi l’isolamento è sempre pericoloso.