Sanità, Cisl Fp Campania: “Salari uguali a quella pubblica o togliere accreditamenti”
22 Dicembre 2023“Le conclusioni a cui è giunta la Regione sui contratti al personale sanitario privato non ci soddisfano. Usare toni trionfalistici, come fanno il presidente della Commissione Bilancio Picarone e la vicepresidente del Consiglio Valeria Ciarambino che annunciano la fine della discriminazione del trattamento salariale a seguito della loro proposta approvata nella legge di bilancio dell’anno scorso di una premialità per le aziende che applicano il contratto Aiop/Aris, ci pare fuori luogo perché non risolve il problema”.
Lorenzo Medici, leader della Cisl Funzione Pubblica della Campania, punta il dito sulla “non soluzione” adottata per il contrasto al cosiddetto dumping contrattuale. “Abbiamo il timore – sottolinea il segretario generale – di trovarci di fronte non ad un regalo di Natale per i lavoratori, ma al classico <pacco napoletano> al cui interno si rischia di non trovare niente, o al meglio solo qualche spicciolo. Intanto perché la norma prevede l’invarianza di spesa, quindi senza somme aggiuntive ma con la penalizzazione per altri. A chi vengono tolti i soldi nel comparto? A quanto ammonta il totale da distribuire? Quanto del premio da erogare viene messo sulle buste paga? Sulla parità di trattamento stiamo conducendo una battaglia serrata da tempo, rivendicando salari uguali per tutti gli addetti, quelli che lavorano negli ospedali e nelle Asl, e quelli delle strutture di riabilitazione, perchè contratti <pirati> e concorrenza sleale determinano lavoratori di serie A e di serie B, con trattamenti per questi ultimi molto inferiori, addirittura nella misura di 300 euro al mese in media. E’ una situazione non più sostenibile.”
La Fp rilancia la sua proposta per superare in via definitiva le diversità esistenti. “Se è vero – ricorda Medici – che la Regione non ha titolo per imporre l’uguaglianza dei salari, è altrettanto vero che chi ottiene le risorse pubbliche ha il dovere di garantire prestazioni di qualità e uguaglianza retributiva. Sono soldi dei cittadini, con i quali non è ammesso creare differenze. Ecco perché ribadiamo che va rivisto il sistema attuale, togliendo l’accreditamento alle società che mettono in atto questa pratica odiosa”.