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Sanità di prossimità, Simg: più di 4 milioni di cittadini ne sono privi
27 Febbraio 2025In Italia, sono oltre quattro milioni le persone che in Italia faticano ad avere accesso alle cure perchè senza una sanità di prossimità, in quanto abitanti in aree interne, cioè le zone più difficili da raggiungere.
Per colmare questo gap con il resto della popolazione la digitalizzazione della sanità può essere una soluzione, in particolare nell’ambito della medicina generale.
È quanto ha sottolineato la Società italiana dei Medici di Medicina Generale (Simg), in occasione di un convegno sulla digitalizzazione della sanità nelle aree interne e nelle comunità montane, organizzato al Senato, cui hanno partecipato, tra gli altri, Lucia Albano, sottosegretario alle Finanze, Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione; e Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute.
Televisita, telemonitoraggio e teleconsulto, ha osservato la Simg, sono una realtà ormai consolidata che coinvolge ospedali, ambulatori e centri di ogni tipo. “La caratteristica della prossimità è fondamentale – ha sottolineato il presidente Simg, Alessandro Rossi nel corso del convegno – soprattutto per quelle zone più difficili da raggiungere, come quei 4mila comuni delle aree interne che raccolgono il 20% della popolazione italiana.
Per favorire i servizi sanitari di prossimità la digitalizzazione rappresenta pertanto uno strumento fondamentale. I Medici di famiglia sono stati tra i primi a introdurre elementi informatici già decine di anni fa con la cartella clinica personalizzata. Oggi sono diffuse app di ogni genere, per fissare appuntamenti, erogare ricette, chiedere consigli, effettuare un teleconsulto, ma per raggiungere un livello efficiente delle nostre prestazioni servono, oltre a una buona fascia di connettività, anche un’integrazione tra il fascicolo sanitario elettronico e i dati delle nostre cartelle cliniche. Se questo avviene possiamo fare rete. Ciò però presuppone che l’impiego di questi strumenti innovativi non snaturi le prerogative professionali e culturali della Medicina Generale, che invece necessità di risorse, formazione, infrastrutture per mettersi al meglio al servizio della cittadinanza”.