Sanità e bugie nell’era del web
13 Novembre 2019L’indagine interna smentisce il filmato postato su Facebook da un utente che intendeva così denunciare la scarsa assistenza ricevuta da un suo familiare al “San Giovanni Bosco”.
La sanità regionale, pur facendo registrare innegabili progressi, ancora lamenta zone d’ombra (liste di attesa, medicina preventiva e del territorio) per cui non c’è necessità di ricorrere ai “falsi d’autore” per ritagliarsi lo spazio di “critico sanitario”. Peraltro le critiche sono più che legittime quando ne ricorrono gli estremi. Diventano anzi uno timolo a migliorare. Ma la calunnia (se accertata) è sempre venticello leggero. L’azione denigratoria sistematica altra cosa.
Ed allora fa bene l’azienda sanitaria locale di Napoli a rispondere colpo su colpo. Si è conclusa in tempi rapidissimi l’indagine interna avviata dal direttore generale Ciro Verdoliva – si legge nella nota stampa dell’Azienda – per accertare quanto accaduto al P.O. San Giovanni Bosco stando alla denuncia web del familiare di un paziente. L’uomo aveva postato un video nel quale parlava di una paziente in codice rosso presa in carico dal medico del pronto soccorso nell’indifferenza di altri infermieri.
Denigrando, senza mezzi termini, il personale e chiedendo addirittura la chiusura del presidio. Il video era stato prontamente ripreso e rilanciato da molti quotidiani. “I nostri ispettori intervenuti già sabato sera – spiega Ciro Verdoliva – hanno portato avanti un’indagine approfondita che dimostra senza ombra di dubbio che la denuncia fatta su Facebook non ha alcun fondamento.
Resta purtroppo nell’immaginario di molti utenti l’idea di un ospedale pericoloso e privo di professionalità. Un torto ai medici, agli infermieri, agli operatori socio sanitario ed al personale tecnico e amministrativo, donne e uomini che ce la stanno mettendo tutta per dimostrare la professionalità e riscattare l’immagine del presidio”.