Sanità in Campania, un’organizzazione da rifondare
23 Luglio 2023Pronto soccorso soppressi, Ospedali chiusi , personale sanitario spesso aggredito e denunciato, insoddisfazione dei pazienti, tempi di attesa abnormi, aumento “epidemico” di incidenza e mortalità per malattie cardiovascolari, cancro e diabete. Sono le big killer dei Campani, insieme ad un drammatico numero di morti per la pandemia Covid ed alle cure negate: questa una sintesi sinottica dello stato attuale della Sanità in Campania, poche le eccezioni e le eccellenze con difficoltà di accesso ad esse se non con accordi privatistici .
Una recente relazione OCSE, facendo seguito ad una analisi delle carenze e difficoltà organizzative durante la pandemia Covid nei Paesi rappresentati, ha considerato la lievitazione dei costi della Medicina attuale per aumento della innovazione e tecnologia, per aumento degli spostamenti umani e relativa diffusione di malattia epidemiche temibili, per l’invecchiamento della popolazione ed aumento delle relative malattie, per l’inquinamento ambientale, per i cambiamenti climatici da effetto serra e così via.
La proposta OCSE è stata quella di aumentare di 2 punti la quota del PIL destinata alla salute arrivando così ad un livello di stanziamento pari a circa il 10% dello stesso nei paesi membri e motivandolo con un risparmio finale per la riduzione dei costi dovuti ai decessi , al numero di invalidi e di malati terminali ad alto aggravio di spesa, alle pandemie incontrollate. Al momento la quota del Pil italiano destinata alla salute risulta essere intorno al 4%. Non possiamo lasciare questo problema irrisolto e la Ugl deve farsi parte attiva in merito.
La Medicina del Territorio e della Prevenzione in Campania ha dimostrato nel buio della pandemia Covid, tutte le carenze accumulatesi negli anni di una gestione “Ospedalo-centrica” della Sanità ma questi fallimenti devono essere storicizzati al fine di rifondare una medicina territoriale e soprattutto va ritrovata l’osmosi e la sinergia tra Ospedale e Territorio molto rivalutata dalla comunità scientifica attuale. A titolo di esempio, al momento ci sono enormi problemi ad attivare gli ospedali\case di comunità\del territorio per la mancanza di fondi strutturali dedicati a disposizione della Regione: fondamentale, a nostro avviso, sarà la vigilanza sul corretto utilizzo dei fondi del Pnrr stanziati per il comparto salute al fine di indirizzarli in tal senso.
Il personale sanitario è sempre più sotto assedio, le aggressioni hanno raggiunto un livello tale da risultare intollerabili per una nazione civile ma sono solo la punta dell’iceberg di un problema più complesso: la perdita del rapporto di fiducia tra il paziente ed il medico che viene spesso considerato il responsabile delle carenze accumulatesi negli anni nel settore Sanità Pubblica
“Non si trovano piu medici”: termine molto in voga in qualsiasi ufficio concorsi delle Asl nella Regione che testimonia della perdita di attrattività del posto pubblico oltre che della carenza di personale medico adeguatamente formato, dato per acquisito che l’Italia in Unione Europea è seconda solo alla Romania per numero di laureati in genere, la poco lungimirante istituzione del numero chiuso a Medicina, con largo anticipo fortemente contestata dal Segretario Nazionale dell’UGL Medici, ha contribuito a diminuire il numero dei nostri medici; se a questo aggiungiamo che molti di loro, “i nostri figli migliori” prendono la via dell’estero lasciandoci solo i costi della loro formazione, comprendiamo quanto sia necessario che la UGL si faccia carico del problema che sembra sia servito solo a ridurre i costi generali della formazione universitaria.
La pandemia da virus Sars Cov 2 è stato un trauma per la Campania che va ancora metabolizzato appieno. Essa ha però avuto il macabro “pregio” di attenzionarci sulle future pandemie, date per certe dagli esperti causa il progredire del cosiddetto “villaggio globale” previsto da Marshall McLuhan ormai diventato realtà. Sarà necessario, pertanto, istituire nuovi protocolli di prevenzione, monitoraggio ,allerta e cura, codificare i primi significativi interventi, prevedere e realizzare lo “stoccaggio” dei primi presidi di isolamento e terapia. A vanno aggiunte altre due epidemie in corso: quella cardiovascolare e quella oncologica dovute essenzialmente alla riduzione della prevenzione primaria.
Per l’epidemia di cancro, in particolare, dobbiamo ricordare il nesso causale imprescindibile tra tumori ed inquinamento ambientale visto che le abitudini alimentari e la dieta mediterranea sono poco cambiate negli ultimi anni e la predisposizione genetica per nulla, la messa a regime del registro dei tumori in Campania. “Terra dei Fuochi”, è il punto di partenza per continuare e migliorare le bonifiche ambientali ed i programmi di prevenzione.
La Campania soffre, non solo in campo oncologico, ma più dolorosamente in esso, di un deficit di risultati nel campo della Salute Pubblica, considerato che la annuale relazione Istat la certifica fanalino di coda in Italia, come durata della vita media ed aspettativa di vita alla diagnosi di un tumore maligno; la migrazione sanitaria ed i viaggi della speranza continuano a costituire, nella nostra Regione, un grave bias per la spesa sanitaria pro-capite; il cronico problema delle liste di attesa appare ancora un bubbone terrificante che spinge sempre più il cittadino Campano ad optare per la Medicina privata o per l’attività libero-professionale intra ed extramoenia con formidabili conflitti di interesse, morali e sostanziali, nella persistente confusione della applicazione della norma che non prevede bypass alla lista di attesa, attraverso il pagamento di tariffe aggiuntive, ma solo la scelta del sanitario e dell’eventuale trattamento alberghiero.
La Medicina Pubblica in Campania sta vivendo dunque un periodo di profonda crisi già ripetutamente annunciata; non dovrà mai essere dimenticato il numero inquietante di morti per il Covid che servirà a costituire uno stimolo alla rifondazione della Sanità Regionale nell’interesse dei pazienti , dei lavoratori del settore e della Regione intera.
La UGL, come autorevole ed ascoltato corpo intermedio, dovrà contribuire in maniera sostanziale a tutto ciò conducendoci al miglioramento dell’enorme scollamento tra domanda ed offerta di Salute che tanto malessere e sofferenze ha generato negli ultimi anni in cittadini e lavoratori, in maniera sempre più crescente.
*Segretario Provinciale Napoli Ugl Salute