Sanità, necessari investimenti per garantire tenuta del Servizio sanitario pubblico
2 Marzo 2023“È fondamentale assicurare la tenuta del Servizio sanitario pubblico, attraverso opportuni investimenti; in questo senso, occorre monitorare con attenzione lo stato di avanzamento dei lavori legati alla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza e il rafforzamento della dotazione organica ad ogni livello professionale, partendo dalla stabilizzazione del personale precario e rivedendo le norme che regolamentano l’accesso ai percorsi universitari”. Lo ha dichiarato Fiovo Bitti, Dirigente confederale UGL, intervenuto all’audizione sulla sanità e la previdenza integrativa presso la Commissione Lavoro del Senato.
“È, inoltre, opportuno focalizzare l’attenzione su alcune criticità legate alla sanità integrativa. In primo luogo – ha rilevato Bitti – il forte disallineamento fra la platea dei lavoratori assicurati e quella del totale dei lavoratori dipendenti. Ciò è dovuto a fattori diversi, legati, fra l’altro, alla territorialità, ai settori produttivi, alla grandezza dell’impresa. In secondo luogo, l’altro grande elemento di criticità è connesso alla tipologia contrattuale; vi è una palese differenza fra i lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato e lavoratori impiegati con altre tipologie contrattuali. Una terza criticità è riconducibile alla scarsa fiducia che, in media, i lavoratori pongono rispetto alle assicurazioni sanitarie integrative.
Un altro aspetto di criticità – secondo Bitti – è legato ai costi delle prestazioni, troppo spesso maggiorati nel caso in cui la persona disponga di una polizza assicurativa integrativa. Una quinta criticità rimanda alla tenuta e alla sostenibilità finanziaria delle polizze. Un’ulteriore problematica – ha concluso – attiene alla qualità delle strutture sul territorio, con quelle al Nord mediamente più efficienti di quelle nel Mezzogiorno. Occorre immaginare una Autorità indipendente di controllo, che operi in sinergia anche con le Parti sociali, fermo restando che è fondamentale assicurare la democrazia nella gestione dei fondi di origine contrattuale in un’ottica di partecipazione dei lavoratori”.
“È, inoltre, opportuno focalizzare l’attenzione su alcune criticità legate alla sanità integrativa. In primo luogo – ha rilevato Bitti – il forte disallineamento fra la platea dei lavoratori assicurati e quella del totale dei lavoratori dipendenti. Ciò è dovuto a fattori diversi, legati, fra l’altro, alla territorialità, ai settori produttivi, alla grandezza dell’impresa. In secondo luogo, l’altro grande elemento di criticità è connesso alla tipologia contrattuale; vi è una palese differenza fra i lavoratori con contratto di lavoro a tempo indeterminato e lavoratori impiegati con altre tipologie contrattuali. Una terza criticità è riconducibile alla scarsa fiducia che, in media, i lavoratori pongono rispetto alle assicurazioni sanitarie integrative.
Un altro aspetto di criticità – secondo Bitti – è legato ai costi delle prestazioni, troppo spesso maggiorati nel caso in cui la persona disponga di una polizza assicurativa integrativa. Una quinta criticità rimanda alla tenuta e alla sostenibilità finanziaria delle polizze. Un’ulteriore problematica – ha concluso – attiene alla qualità delle strutture sul territorio, con quelle al Nord mediamente più efficienti di quelle nel Mezzogiorno. Occorre immaginare una Autorità indipendente di controllo, che operi in sinergia anche con le Parti sociali, fermo restando che è fondamentale assicurare la democrazia nella gestione dei fondi di origine contrattuale in un’ottica di partecipazione dei lavoratori”.