Sanità, percosse nel nome di “Dio”
7 Gennaio 2020Succede al Ruggi D’Aragona a Salerno dove un 35enne del Bangladesh, in preda ad un raptus di follia, ferisce un infermiere e due vigilantes al pronto soccorso del nosocomio.
Si picchiano infermieri medici ed operatori sanitari in genere per i più svariati motivi: supposti ritardi nei soccorsi; presunte inefficienze nell’assistenza; cure, a giudizio dei curati, non adeguate. Adesso si scomodano anche le divinità, che si tratti di Allah, piuttosto che di Budda poco conta. Che si tratti di follia o di atti di violenza gratuita conta anche meno. Resta il risultato: una sorta di caccia aperta agli operatori della sanità che lavorano nelle prime linee delle emergenze-urgenze.
Dopo i tre episodi di Napoli (comprensivi di sequestro di ambulanza e relativo personale per una banale lussazione al ginocchio) ecco che, il “luogo del delitto” si sposta in quel di Salerno, precisamente nel pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera universitaria Ruggi D’Aragona, dove un cittadino extracomunitario, al grido di “Allah akbar”, ha pensato bene di aggredire infermiere e guardie giurate che erano intervenute per proteggerlo.
Questa volta la spiegazione è ricercata nella follia del soggetto. E per gli altri? Tutti folli, o tutti delinquenti? Oppure, senza fare sociologia spicciola, siamo in presenza di una società talmente malata che nemmeno in ospedale è possibile trovare cura adeguata?