Sanità privata, i sindacati confederali si dividono
23 Aprile 2019Lavoratori della sanità privata, le funzioni pubbliche di Cisl e Uil firmano l’accordo con il comparto del privato accreditato invece la Fp Cgil prepara il ricorso.
A distanza di due settimane dalla sottoscrizione dell’accordo ritornano sull’argomento Lorenzo Medici segretario generale della Fp Cisl Campania e Vincenzo Martone segretario generale Uil Fpl Campania che motivano: “Vogliamo spiegare l’accordo perché in giro ci sono troppe menzogne”.
Partiamo dall’accordo?
“Finalmente i dipendi del comparto della sanità privata, circa 8000, vedranno riconosciuto il loro sacrosanto diritto ad una tantum previsto dal lontano contratto 2006-2010. Ai primi di maggio partiranno azienda per azienda o per piccoli raggruppamenti riunioni serrate per applicare celermente l’accordo. I lavoratori saranno informati attraverso comunicazioni sulle relative date in cui si terranno le riunioni esclusivamente a cura di Cisl Fp e Uil Fpl, e non certo con i ‘padroni’. Si pone fine ad una vera vergogna, portando a tutti i lavoratori di un comparto troppo spesso bistrattato e soggetto alla poca attenzione istituzionale e datoriale, il dovuto riconoscimento atteso da troppi anni”.
Da quanto tempo si attendeva questo accordo?
Dopo ben 12 anni abbiamo ‘costretto’ l’Aiop Campania, ovvero Associazione Italiana Ospedalità Privata, a firmare un accordo che rende immediatamente esigibile a tutti i lavoratori che intenderanno sottoscriverlo 1.177 euro per la categoria più bassa, e fino a 2.900 euro per la categoria più alta. Tra l’altro l’accordo prevede 585 euro pro capite indistintamente dal livello di inquadramento per chi aderirà liberamente alla conciliazione aziendale, soldi che saranno erogati al momento della sottoscrizione.
La firma sull’accordo è quella dei vertici campani della Funzione Pubblica di Cisl e Uil. La Cgil che invece ha partecipato a tutti gli incontri propedeutici all’accordo alla fine non ha firmato…
Come si vede dall’architettura dell’accordo non si evince nessun obbligo di adesione. Ma si dà la possibilità a tutti i lavoratori di scegliere liberamente se aderire o meno all’accordo. La Cisl Fp e la Uil Fpl hanno scelto come da tradizione del sindacato confederale di privilegiare la via maestra della contrattazione a quella delle aule giudiziarie che troppo spesso espone i lavoratori a spese di giudizio in caso di soccombenza e ad oneri inaccettabili per la loro attivazione portando vantaggi solo ad avvocati d’assalto e a uffici vertenze. È inaccettabile, fermo restando la piena libertà di sottoscrivere un accordo, che la Fp Cgil ricorra alla menzogna e alla disinformazione per giustificare la mancata sottoscrizione all’accordo con il solo risultato di avvelenare il clima tra i lavoratori.
Dunque, con questa firma si evitano contenziosi?
Si, questo accordo limita i contenziosi su base volontaria da parte dei singoli lavoratori facendo saldo il diritto soggettivo di ricorrere in giudizio. Ma temiamo che già sia stato attivato un gran numero di contenziosi. E ci siamo chiesti se questo – motivazioni che andrebbero al di là del merito sindacale – non abbia condizionato la mancata sottoscrizione dell’accordo. Del resto, come si evince dal verbale di accordo la Fp Cgil aveva chiesto 2.500 euro a fronte dai 1.800 chiusi dall’accordo.
Ci chiediamo, se questa differenza di 700 euro possa giustificare un ricorso alle vie giudiziarie del tutto incerte. Sia chiaro a tutti che contrariamente a quanto afferma la Cgil gli adeguamenti tabellari non sono assolutamente in discussione e non riguardano l’accordo sottoscritto. Infatti, proprio a causa degli stati di crisi in cui versa il comparto, che variano da Regione a Regione, i tabellari sono stati regolarmente adeguati così come da contratto nel 2010. E chi afferma il contrario mente spudoratamente sapendo di mentire. E sempre nell’accordo nazionale del 2010 la quantificazione dell’una tantum è stata demandata alle Regioni, tenendo conto del livello economico che è subordinato per contratto alle condizioni finanziarie di ogni singola regione. È giusto il caso di ricordare che solo in poche regioni è stato raggiunto l’accordo sull’una tantum e in alcune di esse c’è stata la compartecipazione economica delle regioni. Nel caso della Regione Campania non c’è stata nessuna possibilità di compartecipazione perché è sottoposta al piano di rientro sanitario da oltre 10 anni.
Eppure, la Cgil Fp ha avviato un ricorso…
Ci appare patetico il ricorso prodotto dalla Fp Cgil alla commissione interconfederale di cui all’accordo 2014, in quanto lo stesso regola unicamente gli accordi integrativi aziendali non avendo alcuna titolarità sull’accordo sottoscritto. Così come in tema di rappresentatività la Fp Cgil si dovrebbe informare meglio in quanto non è assolutamente la sigla più rappresentativa del comparto sanità in Campania rispetto a Cisl Fp e Uil Fpl.