Sanità privata, per il mancato rinnovo del contratto si estende la protesta
17 Settembre 2020Urzì: “Finché non la otterremo daremo vita a proteste ad oltranza perché una simile situazione, dopo ben 14 anni, non è soltanto insostenibile, è principalmente vergognosa”.
Cresce nel Paese la protesta per il rinnovo contrattuale dei lavoratori della sanità privata. Continua anche in Sicilia, infatti, la battaglia della Ugl per il rinnovo del contratto collettivo nazionale Aiop – Aris in favore dei lavoratori della sanità privata. Dopo la pre-intesa del 10 giugno ed il brusco stop delle trattative nazionali a fine luglio, a causa del mancato impegno da parte delle regioni di mettere a disposizione del somme dovute come quota parte, lo sciopero di mercoledì scorso ha elevato il tono del malessere dei lavoratori come spiega il segretario regionale della federazione Ugl sanità Carmelo Urzì. “Quella del contratto Aiop – Aris sembra una storia infinita, una di quelle solite vicende tutte all’italiana maniera dove è il gioco delle parti a farla da padrone e quando sembra che tutto inizia a girare sempre per il verso giusto, arriva subito il solito “intoppo” che rinvia il raggiungimento dell’obiettivo. Eravamo soddisfatti dell’accordo preventivo, cui sarebbe dovuta seguire soltanto la firma, nel contempo però è sorto il problema del ritardo nell’appostamento delle risorse di competenza da parte delle amministrazioni regionali che ha mandato a monte una vertenza lunghissima. Dobbiamo dare atto, come organizzazione sindacale, che allo stato attuale quattro regioni hanno già provvedute e, tra queste, la seconda è stata la Sicilia che ringraziamo nelle persone del presidente Nello Musumeci e dell’assessore della Salute Ruggero Razza, sempre sensibili nei confronti delle esigenze di chi lavora nel settore sanitario. Ci auguriamo che in tempi rapidi anche le altre autonomie regionali facciano lo stesso, al fine di dare attuazione ad un sacrosanto diritto degli operatori della sanità privata. È chiaro che se continuerà a non esserci l’agognata firma, finché non la otterremo daremo vita a proteste ad oltranza perché una simile situazione, dopo ben 14 anni, non è soltanto insostenibile, è principalmente vergognosa”.