Sanità sannita: “Tempi bui alle spalle”
3 Novembre 2018Il manager dell’Asl di Benevento, Franklin Picker, dopo il periodo di difficoltà intravvede l’uscita dal tunnel, in un’ottica di rilancio e di potenziamento della medicina territoriale.
“Gli anni difficili della sanità pubblica cominciano ad essere, sostanzialmente, alle spalle. Siamo al lavoro per renderla sempre più efficiente, funzionale alle esigenze di una comunità, come quella sannita, che si avvicina alle 300mila unità”.
Il giudizio, cautamente fiducioso ed ottimista (e non potrebbe essere diversamente), sullo “stato di salute” di un servizio fondamentale per i cittadini come quello sanitario è di Franklin Picker, direttore generale dell’Asl di Benevento.
Siamo, dunque, sulla strada della ripresa
“Ci stiamo lavorando. Partendo dall’idea che la sanità non è solo ospedale, ci stiamo preoccupando di attuare una strategia assistenziale, di prevenzione, che abbia punti di riferimento su tutto il territorio, con varie specializzazioni e prestazioni di alto profilo e di assoluta professionalità; abbiamo un budget di 15 milioni di euro con cui stiamo procedendo ad attuare una serie di iniziative funzionali a questa visione strategica”.
Ad esempio?
“Stiamo dedicando energie particolari alla struttura di Cerreto Sannita per trasformarlo in un ospedale di comunità, in cui, in primo luogo, abbiamo programmato l’attivazione di un centro per i malati terminali. Allo stesso tempo, siamo impegnati per l’allestimento di una struttura di gastroenterologia insieme con un centro importante di odontoiatria avanzata”.
Ma non c’è solo Cerreto…
“Certo; entro il 15 inaugureremo un centro per la cura del diabete; un secondo ad Airola, che andrà ad affiancarsi al terzo, già operante, a San Bartolomeo in Galdo. L’obiettivo, insomma, è quello di non lasciare scoperta alcuna parte del territorio. Mi preme aggiungere che è prevista una realtà come la dialisi, sempre a San Bartolomeo, un comune che si trova in una posizione strategica rispetto alla provincia di Benevento e quella di Foggia e di Campobasso. Intendiamo, con queste iniziative, portare la sanità dove più se ne avverte il bisogno e rispondere così alle tante attese che la comunità sannita reclama. Abbiamo attivato un servizio di screening con la stipula di accordi sia con l’Azienda ospedaliera Rummo sia col Fatebenefratelli”.
I pazienti che dovessero risultare, alle indagini, affetti da gravi patologie potranno essere assistiti nei due ospedali. E’ così?
“E’ di certo così. Si tratta, innanzitutto, di mettere in moto una seria, diffusa strategia di prevenzione; allo stesso tempo, si vuole evitare il triste, doloroso fenomeno della migrazione, di ammalati, che vanno fuori regione per affrontare il loro male. È anche un modo per evitare che si affidino a strutture dove si contano sulle dita di una mano, nel corso dell’anno, gli interventi per patologie importanti”.
È un programma, in atto, ambizioso; quali le difficoltà maggiori per portarlo ad una sua compiuta realizzazione?
“Il personale, ad ogni livello. Perché l’Asl, con i suoi presidi e distretti, possa operare al meglio ha bisogno di 90 nuove figure professionali dagli amministrativi ai tecnici. Il relativo piano triennale è stato redatto ed è in via di approvazione. Ci auguriamo che possa diventare operativo al più presto”.