Sanità senza personale non è problema, è tragedia
30 Ottobre 2023Modelli organizzativi vetusti, norme ordinamentali non aggiornate, miopie corporative imposte da qualcuno che ci parlano una lingua antica, del passato, in cui il personale sanitario ormai non si ritrova più. Tutto ciò ha contribuito negli anni ad impoverire sempre di più la categoria dei professionisti della salute che, pur mostrando abnegazione ed eroismo nella gestione ordinaria e straordinaria delle emergenze sanitarie, si ritrova oramai a vivere in un perenne stato di isolamento ed emarginazione imposto dagli organi di governo che sembrano ricordarsi della problematica solo dinanzi alla impellente necessità di dover gestire le emergenze.
Ma l’ esperienza dovrebbe suggerire di approntare, per tempo, sane politiche di formazione e potenziamento di una categoria così importante e strategica per il mantenimento del benessere della collettività.
Il COVID ci ha mostrato tutte le falle del nostro sistema sanitario: mancanza di personale, disinformazione, inettitudine alla flessibilità ed infine la necessità di reperire all’ estero professionalità per fronteggiare la tragedia sanitaria che si è consumata nelle case di milioni di italiani..
E tuttavia, all’ indomani della tragedia, gli eroi, tanto osannati e celebrati mediaticamente, sono tornati nel dimenticatoio, risucchiati nell’ oblio dell’ indifferenza e dell’ incapacità dei governanti che, anziché dare prova di aver tratto dagli eventi una lezione utile ad evitare che possano riproporsi medesime problematiche in futuro, hanno, per l’ ennesima volta, mostrato la propria inettitudine nella capacità di ideazione e pianificazione di politiche di risanamento e potenziamento della categoria dei professionisti della salute..
Così muore un’intera categoria di professionisti.
Così si tradisce la fiducia che i cittadini hanno riposto in loro, soprattutto in coloro che gli sono stati vicino in tutte le fasi della pandemia.
Così rischiano di scomparire, in un’ immagine di professionisti che si sgretolano, perché questo attualmente è il rischio: restare ancorati al passato e scavare a mani nude tra le macerie lasciate a terra dal Covid.
Ma è arrivato il momento di reagire e di sollecitare un intervento strutturale che parta dall’ abolizione del numero chiuso nelle facoltà a vocazione sanitaria.
Bisogna garantire a tutti indistintamente il diritto all’istruzione, così come recita la nostra Carta Costituzionale.
L’Italia e il SSN hanno un gran bisogno di professionisti sanitari per garantire la qualità dei servizi ai cittadini. È fondamentale che si dia la possibilità di accedere alla formazione universitaria a tutti, garantendo il reale diritto allo studio senza impossibilità dettate dalla condizione sociale o economica.
E noi ci batteremo acche’ ai decidenti politici giunga un messaggio ormai ben chiaro alla maggior parte degli italiani che essi rappresentano: bisogna investire e potenziare la macchina umana in sanità affinché mai più, in futuro, si debba assistere impotenti al sacrificio di pochi a tutela della salute dei tanti..
Basta è arrivato il momento di restituire dignità ad una categoria professionale che ogni giorno si batte, si sacrifica ed investe per garantire il sistema benessere in Italia.