Sanità, violenza e “medicina difensiva”

Sanità, violenza e “medicina difensiva”

8 Marzo 2025 Off Di Corrado Caso

” Udite… udite…l’apparenza inganna… questo non è un secolo nuovo ma due secoli in uno!”.

Come d’incanto tutto accadeva quel mattino in un angolo di piazza abbagliata dal sole di luglio e tutto si era trasformato in una grande meraviglia.
Il   giovane banditore misurò con i suoi occhi   neri e vivaci la reazione delle persone alle sue parole. Come un direttore d’orchestra regolò l’intensità delle emozioni assecondandole con un sorriso, un fluido accattivante che faceva svanire la diffidenza svendendo certezze con fantasie. Coprì il tempo dell’attesa soffiando   ancora   nella piccola tromba che gli tinse le labbra di   un sapore metallico. Due fiati che gli portarono una sgradevole sensazione di stanchezza alle guance. Uscì un suono “strisciato” che forò l’orecchio dei presenti. Uno stormo di colombi, spaventati da quel suono inatteso, partì per il settimo cielo. Un bimbo   nascose il volto   aggrappandosi al petto di latte della giovane  madre. Seguì, dall’altro lato della piazza, un fischio breve, acuto che attirò l’attenzione dei presenti. Fece trepidare un merlo in gabbia che lo scambiò per un segnale d’amore   risvegliandolo a nuove sensazioni. Lui non aveva ancora conosciuto femmina e… eccitato rispose con un fischio lungo e lacerante che attraversò da parte a parte la piazza per inarcarsi  sui cassonetti dell’immondizia, risalire i pali della luce e ritornare di rimbalzo dal vecchietto, responsabile di quel fischio a labbra strette con il quale avrebbe voluto soltanto attrarre l’attenzione del giovane banditore.  Questi lo guardò incuriosito. Il vecchietto posò le mani sul legno, un nodoso ramo di castagno che sosteneva    la sua vecchiaia nel tentativo di non fargli perdere il centro di gravità. Guardandolo, a sua volta, chiese:
“Che vuoi dire?”.
“Ti dico come dicono “rispose l’altro per metà Pierrot con il volto in farina e una lacrima nera disegnata sotto l’occhio destro e l’espressione melanconica e per metà Arlecchino furbo giocherellone, servile e saggio:
“Sull’altra faccia della luna uomini strani e arroganti fanno di una persona due persone, di uno stivale due Italie, di una pecora due pecore, di una torre due torri…”.
“Perché?” esclamò la gente in coro.
“Perché fittano gli uteri, dividono gli ovuli, risuscitano i morti dopo averli congelati, abbreviano e rendono lunga la vita, di un secolo due secoli e alla fine fanno tutto e di tutti duetutti” rispose il giovane.
“Vuoi dire che ci sono duetutti per tutti…?  sai se può accadere anche a me?” aggiunse il vecchietto con un misto d’incredulità.
“Se ne vale la pena” rispose il giovane.
“E se dovesse accadere?” incalzò il poverino felice di aver vissuto in un’altra epoca ed essere arrivato alla pensione” sarò io o iol’altro?”
​“Tu perché ti identificherà la storia che hai alle spalle ma poi ti confonderai perché diventerai un collezionista di ore e non accetterai il tempo finito e cercherai l’altro con la speranza…”. “Ascolta!”, disse con impeto una giovane madre, interrompendo il banditore, guardando con preoccupazione il figlio che smanettava inquieto tra le sue braccia:
“Dovrei andare dal mio medico…sarà sempre lui o è l’altro lui? E di mio figlio…” e sollevò il bambino a mezz’aria “visiterà lui o l’altro lui e chi dei due è il sano e chi il malato?”. 
“Penso  lui”, rispose il giovane “ma, se cambierai identità e richieste, atteggiamento e comportamento nei confronti del tuo medico “e sporse l’indice dal pugno chiuso in direzione della donna per metterla in guardia “diventerà l’altro non per una ragione di tempo ma di prudente diffidenza e rifiuto per l’arroganza o l’aggressività dei tuoi comportamenti”.

Nota dell’autore:
di fronte ai reiterati atti di aggressione nei confronti di medici e infermieri, a presunti e strumentali episodi di malasanità esiste il rischio di ridisegnare un diverso rapporto medico-paziente. Tutto potrebbe diventare   sospetto e realizzare da un lato un clima di aggressiva-diffidenza, dall’altro “di medicina difensiva”. E tutti noi diventeremo un altro io: un alter ego.