Sannio, nella lite con l’Asl il Tar dà ragione al Centro Delta

Sannio, nella lite con l’Asl il Tar dà ragione al Centro Delta

31 Marzo 2021 0 Di M.M.

Il Giudice: “Nel caso in esame non è dato comprendere la motivazione sulla quale si fonderebbe la mancata inclusione della struttura ricorrente”.

 

Il Tar ha pienamente accolto, con sentenza definitiva, le ragioni del Centro Delta Contro l’esclusione comunicata dall’Asl di Benevento e giustificata, in sede di giudizio, con l’asserita legittimità del provvedimento imputabile agli atti di programmazione regionale. È stato sancito, infatti, dalla sezione prima presieduta da Salvatore Veneziano e composta dai giudici Gianmario Palliggiano (Consigliere Estensore) e Domenico De Falco (Primo referendario), il diritto del Centro ad essere inserito nell’elenco dei laboratori individuati per l’effettuazione di tamponi oro-faringei per l’emergenza Covid-19, predisposto dall’Unità di crisi regionale.

Come si ricorderà, il procedimento, che ha portato alla decisione del Tar, ebbe inizio con la comunicazione al Centro della sua non inclusione nel suddetto elenco senza una motivazione circostanziata ma giustificata con il semplice richiamo della nota dell’Unità di crisi regionale, dalla quale risultava non contemplato il nome del Centro Delta. A nulla valse la richiesta di inserimento, suffragata da una documentazione capillare, inequivocabile da ogni punto di vista come il documento del Direttore Generale della So.Re.Sa. che riconosceva la capacità del Centro per “l’effettuazione di diagnosi molecolare”, così come richiesto dalla norma. Alla domanda, fu altresì allegato anche il risultato di un’indagine ispettiva del dipartimento di prevenzione dell’Asl dalla quale emergeva, senza possibilità di equivoci, la capacità “per la processazione dei tamponi nel settore specializzato A6 con una metodica che permette di processare 4880 campioni a settimana”, anche in questo caso, nella piena osservanza della normativa. A fronte del “silenzio-rifiuto” dell’azienda sanitaria, il Cento fu costretto a chiedere la sospensiva del provvedimento, che, di fatto, fu concesso e che, con il giudizio di merito, è stato definitivamente cancellato.

“Nel caso in esame – sottolineano i giudici – non è dato comprendere la motivazione sulla quale si fonderebbe la mancata inclusione del Centro ricorrente, posto che la comunicazione dell’Asl di Benevento si è limitata a richiamare la nota regionale dell’Unità di crisi, la quale, a sua volta, riporta solo l’elenco dei centri selezionati”. Se non bastasse, nella esposizione e disanima del “Fatto e del Diritto” la corte evidenzia che “alla luce del verbale redatto dalla stessa Asl nonché dalla documentazione depositata agli atti, il Centro ricorrente risulta essere in possesso dei requisiti strutturali, strumentali ed organizzativi per svolgere gli esami con la metodica di amplificazione genica PCR”. E pe queste ragioni, il Centro Delta, evidentemente, è da includere nell’elenco dei soli 24 centri regionali abilitati a questo tipo di indagine.

Davvero non si comprende quali siano state le ragioni che hanno spinto l’Asl ad assumere un simile atteggiamento condannato dal Tar. È davvero incredibile che la documentazione presentata abbia convinto i giudici ma non abbia suscitato neanche il benché minimo dubbio tra i vertici aziendali. Avessero prestato attenzione ai documenti prodotti dal centro e nella disponibilità del proprio dipartimento, si sarebbero evitati costi e spese di giudizio nonché il danno, davvero insopportabile perché privo di ogni fondamento, all’immagine del Centro, di cui si dovrà dare conto nelle sedi opportune.

Il Centro Delta è soddisfatto che le sue ragioni siano state convalidate dal Tar ma si ritiene comunque dispiaciuto che si sia arrivati in giudizio in un momento in cui amministrazione pubblica e aziende private dovrebbero collaborare per il bene pubblico.