“Sant’Alfonso”, sono arrivati gli ispettori

“Sant’Alfonso”, sono arrivati gli ispettori

12 Aprile 2019 0 Di M.M.

Associazioni ed inviati ministeriali convergono sul medesimo punto: l’ospedale di Sant’Agata deve mantenere il Pronto soccorso e restare nella rete emergenziale.

Un presidio ospedaliero di base con un pronto soccorso attivo ed inserito nel circuito delle emergenze: lo hanno chiesto agli ispettori inviati dal ministro della salute gli attivisti del comitato civico spontaneo “Curiamo la vita” in presidio permanente dal 30 marzo per garantire la sopravvivenza della struttura ospedaliera “Sant’Alfonso” dì Sant’Agata dei Goti. “Abbiamo avuto il piacere – spiega Mena Di Stasi, coordinatrice del gruppo di lotta – di ospitarli per esporre loro perché abbiamo assunto una posizione così drastica, determinata”.

Gli inviati ministeriali sono stati a lungo con i responsabili del comitato e, comunque, il tempo sufficiente per rendersi conto delle ragioni della protesta che finirà solo quando saranno garantite le condizioni essenziali perché il nosocomio non solo resti ma sia potenziato per fronteggiare tutte le esigenze della comunità. Giunti in mattinata in città, gli ispettori hanno prima visitato la struttura per poi raggiungere la postazione dove “hanno ascoltato – sottolinea Di Stasi – con grande interesse i motivi della nostra presa di posizione”.

Nel corso del confronto “abbiamo ricostruito – puntualizza – tutte le tappe che hanno portato a questo stato di cose. In particolare, abbiamo evidenziato come vi sia più che mai bisogno di un ospedale degno di questo nome qui da noi per varie ragioni”. Quali? “La difficoltà – avverte -, in primo luogo, di raggiungere il “Rummo” di Benevento; ci si impiega non meno di un’ora. Abbiamo anche segnalato i problemi legati al pronto intervento dell’ambulanza, che deve venire da Limatola; nel percorso per raggiungere il nostro centro, è costretta a fare i conti con un passaggio a livello. Non abbiamo poi dimenticato di spiegare, più in generale, che in un territorio come il nostro, la cui economia è prevalentemente agricola, gli incidenti sul lavoro sono numerosi soprattutto quando è il tempo della raccolta”. Non hanno trascurato di denunciare il sostanziale isolamento del territorio a causa dei ritardi che caratterizzano i lavori della Fondovalle Isclero.

Al tavolo di lavoro erano presenti, tra gli altri, anche Antonio Postiglione, della direzione tutela della salute della Regione Campania e i vertici dell’azienda ospedaliera San Pio. Hanno formulato qualche promessa? “Nessun impegno preciso ma hanno riconosciuto di avere chiaramente compreso i motivi della nostra lotta. In ogni caso – conclude – noi siamo e restiamo in attesa di un tavolo tecnico in Prefettura con il prefetto, i responsabili della Regione, quelli del Ministero ed in vertici dell’Azienda perché si dica, una volta per tutte, la verità sul destino del nostro ospedale”.