Screening prenatale per prevenire problemi renali.
15 Settembre 2019Il suggerimento scaturisce da una ricerca condotta in Gran Bretagna laddove si raccomanda di eseguire uno specifico esame ecografico al nascituro già alla 20esima settimana.
Uno studio appena pubblicato sulla rivista Plos Medicine e firmato da Shantini Paranjothy dell’Università di Cardiff (Regno Unito) e colleghi, ha evidenziato che i bambini nei quali, durante la gestazione, si verifica la persistenza di aree a contenuto liquido nel parenchima renale, potrebbero avere un aumentato rischio di ricoveri ospedalieri nella prima infanzia per disturbi del tratto urinario.
«Nel Regno Unito si raccomanda alle gestanti di eseguire un’ecografia a 20 settimane per identificare eventuali anomalie strutturali nel feto in via di sviluppo» scrivono gli autori, che hanno incrociato i dati delle ecografie con quelli sui ricoveri ospedalieri nei primi 3 anni di vita. «I risultati ottenuti potrebbero essere utili nello sviluppo di nuovi percorsi di cura nei casi di dilatazione dei bacinetti renali, che rimangono ripieni di liquido in modo persistente durante la gestazione» spiegano i ricercatori, che hanno utilizzato il Welsh Study of Mothers and Babies, uno studio prospettico di popolazione includendo nella loro analisi 21.239 bambini. In circa 7 casi su 1.000 all’ecografia delle 20 settimane è stata osservata una dilatazione dei bacinetti renali da lieve a moderata, con un rischio di ricovero ospedaliero aumentato di oltre 7 volte rispetto ai coetanei con bacinetti renali non dilatati.
«Le probabilità di ricovero erano particolarmente elevate nei casi di dilatazione persistente, mentre nei neonati in cui la dilatazione si risolveva i tassi di ricovero ospedaliero correlati ai sintomi del tratto urinario erano simili a quelli osservati nei partecipanti senza dilatazione» riprende Paranjothy, aggiungendo che, nonostante le grandi dimensioni dello studio, il numero di casi (138) è relativamente piccolo e quindi il potere statistico risulta limitato. «Sono in fase di sviluppo protocolli per la segnalazione e la gestione delle dilatazioni dei bacinetti renali e ulteriori studi dovrebbero valutare se altri indicatori desumibili dall’ecografia a 20 settimane possono migliorare il riscontro di patologie renali durante lo screening prenatale».