Se non si interviene “Quota 100” affosserà la sanità
28 Agosto 2019“Se le uscite effettive confermeranno le stime, in Campania dove attualmente c’è 1 infermiere per 16-17 pazienti, si potrebbe arrivare a un rapporto di 1 a 19”.
Sono 10.336 le domande presentate da dipendenti pubblici per andare in pensione con il meccanismo Quota 100, dalle quali emerge che otto dipendenti su 10 in uscita ad agosto provengono dagli enti pubblici e dalla sanità. È quanto emerge dai dati Inps che l’Ansa è in grado di anticipare nel primo mese di decorrenza del meccanismo di anticipazione della pensione nel settore delle pubbliche amministrazioni. Da Regioni, Comuni e Province arriva infatti il 55,1% delle domande di pensionamento, con 5.694 domande. Segue la sanità con 2.344 (il 22,7%), soprattutto nel settore dei paramedici, amministrativi e tecnici.
Tra il 2019 e il 2021 utilizzando Quota 100 possono chiedere di andare in pensione tutti i dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale (Ssn) nati tra il 1954 e il 1959: sei classi che corrispondono a 38 mila camici bianchi su 105 mila. Sono le stime, anche in base ai dati Inps, elaborate dal sindacato medici e dirigenti sanitari del Ssn Anaao Assomed. È stato ipotizzato che ad uscire tra il 2019 e il 2021 saranno effettivamente 24 mila medici, 8 mila all’anno. “È auspicabile che i medici che escono, vengano immediatamente sostituiti sfruttando il Decreto Calabria – dice Carlo Palermo, segretario nazionale Anao – tenendo conto che attualmente mancano nel Ssn 8 mila medici per via del blocco delle assunzioni”.
“La mancata sostituzione degli 8 mila professionisti che andranno in pensione ogni anno e per tre anni – continua Palermo – creerebbe ulteriori vuoti nelle unità operative che si ripercuoterebbero sulla qualità e sulla quantità delle prestazioni sanitarie erogate ai cittadini”. Non va meglio sul fronte degli infermieri. Secondo i calcoli del Centro studi della Fnopi (Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche) i potenziali aventi diritto ad andare in pensione da subito con Quota 100 sono 75 mila. Ma anche in questo caso le penalizzazioni del sistema dovrebbero portare un numero molto più basso di infermieri ad uscire, pari a 22 mila persone su un totale di 280 mila infermieri del Servizio sanitario nazionale. “A questi 22 mila – sottolinea il portavoce di Fnopi Tonino Aceti – vanno aggiunti 11.500 che escono per normale pensionamento, quindi si arriva a 33.500 infermieri in meno sul campo”. Questo significa – dice – che “aggiunti ai professionisti che già mancavano si arriva ad una carenza di 76 mila infermieri”. Secondo gli standard internazionali, negli ospedali il rapporto tra infermieri e pazienti deve essere di 1 a 6. “Se le uscite con Quota 100 saranno come dicono le stime, in regioni come la Campania dove attualmente c’è 1 infermiere per 16-17 pazienti, si potrebbe arrivare a un rapporto di 1 a 19”, mette in evidenza la Federazione. “Le Regioni maggiormente in sofferenza sono quelle del Sud – conclude Aceti – quelle in piano di rientro. Con un minor numero di infermieri sul campo, aumenta ovviamente il rischio per la salute dei malati”.