Servizio psichiatrico per acuti, se ne parla (forse) a giugno
23 Gennaio 2019Ancora sei mesi per colmare la carenza del servizio di salute mentale (riservato alle acuzie) che ha lasciato sguarnito una parte importante della provincia di Terra di Lavoro.
È trascorso ormai più di un anno dalla chiusura del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (Spdc) di Caserta allocato nell’A.O.R.N. di S. Anna e S. Sebastiano del capoluogo. Come si ricorderà, l’annuncio della chiusura in quasi meno di 24 ore da parte del direttore generale dell’Asl di Caserta, Mario De Biasio, per “lavori urgenti ed improcrastinabili”.
L’interruzione del Servizio ha creato notevoli disagi ad una fascia di utenza che abbraccia tutto il territorio dell’Asl Caserta e, precisamente, dei Comuni di Caserta, Maddaloni, Marcianise, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, Casagiove, Recale, San Nicola la Strada e zone limitrofe, mentre i pazienti in regime di TSO sono stati trasferiti nella struttura ospedaliera di Sessa Aurunca. Il reparto di Psichiatria all’interno dell’Ospedale di Caserta, prestava cure soprattutto a pazienti giovani affetti da bipolarismo, schizofrenia, con doppia diagnosi (psicosi e poliabusatori di droghe ed alcool), oltre ai delicatissimi casi di mancato suicidio.
Fatto sta che, dal dicembre 2017, nessuna nuova è giunta dall’Aorn di Caserta circa la riapertura di un così delicato reparto. Un reparto dipendente dall’azienda sanitaria territoriale la cui allocazione nella struttura ospedaliera già di per sé ha prodotto numerose difficoltà.
Sul punto, l’intervento di Luigi Carizzone, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Caserta: “Pochi mesi fa, dopo una serie di riunioni, tra l’Aorn e l’Asl Ce, abbiamo firmato un verbale di accordo per l’adeguamento del reparto, non del tutto soddisfacente dal punto di vista dei posti letto, soltanto dieci a fronte dei 16 posti più 2 previsti dal piano regionale, ma per colmare il vuoto assistenziale abbiamo dato comunque il nostro ok. Adesso conta assolutamente ripristinare questo ponte centrale tra le periferie, considerato che Sessa Aurunca ed Aversa sono impegnatissime con soli 25 posti, ma stiamo parlando di una soluzione ancora “tampone” perché la centralità di Caserta necessita assolutamente di un riavvio del servizio”.
Una vacatio che non durerà ancora per molto, secondo il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, Mario Ferrante: “Siamo ad un ottimo punto del percorso, abbiamo avuto l’ok dal Comune e l’ufficio tecnico ha avviato tutte le procedure per la gara, diciamo che nel giro di sei mesi, intorno a Giugno 2019, potremmo stare in fase di completamento. Purtroppo non siamo riusciti ad offrire i 18 posti previsti dal Piano Regionale, altrimenti saremmo entrati in un nuovo meccanismo autorizzativo che ci avrebbe portato a nuove difficoltà burocratiche e amministrative. Ci tengo a sottolineare che, per l’Azienda Ospedaliera, l’Spdc non ha mai costituito un problema, abbiamo dovuto però adeguarci alle decisioni dell’Azienda Sanitaria e siamo stati coinvolti in una operazione che non partendo da noi ha dunque trovato tempi più lunghi di adeguamento”.