Sicurezza per il servizio del 118
14 Agosto 2019Il direttore generale Asl Na 1 Centro, Ciro Verdoliva: «Il soccorso in emergenza resta una nostra priorità, ma la risposta non è quella di “militarizzare” il servizio».
Il manager dell’Asl metropolitana interviene sull’ennesimo episodio di violenza consumato a danno degli operatori impegnati nell’emergenza. «Quanto avvenuto nella serata di ieri ci lascia ancora una volta senza parole, ma ancor più determinati ad andare avanti nell’equipaggiare il Servizio 118 di Napoli di dash cam e body cam». Ciro Verdoliva commenta così l’aggressione – fortunatamente non fisica – avvenuta ai danni di un equipaggio del servizio di emergenza nella tarda serata di ieri (martedì 13 agosto 2019) e ricorda che l’Asl Napoli 1 Centro ha impresso un’accelerazione decisiva all’adozione di nuovi sistemi di videosorveglianza a bordo delle ambulanze, ed è solo una questione di tempi tecnici per l’acquisto e il montaggio.
«Entro il nuovo anno i mezzi saranno equipaggiato per garantire una maggiore sicurezza a chi si impegna per la salute, ma spesso anche per la vita stessa, dei pazienti». Una soluzione invocata per anni dai vertici della centrale operativa del 118, che a giusta ragione non ha mai creduto nella militarizzazione del servizio con scorte di guardie private. Ed è sempre Verdoliva a ribadire che «una “militarizzazione” del servizio non servirebbe a nulla, se non ad innalzare il livello dello scontro. Persone che impugnano le armi per sequestrare ambulanze o che sparano in pronto soccorso, certo non si farebbero scoraggiare.
Com’è successo ieri, la situazione va gestita con estrema professionalità dal personale medico e infermieristico e con il supporto imprescindibile delle forze dell’ordine che – mai – ci fanno mancare il loro prezioso supporto. Ribadisco – conclude il direttore generale – che l’Asl è pronta a costituirsi parte civile in eventuali processi penali e garantire il supporto legale ai dipendenti, chi attacca un dipendente attacca tutta la squadra e mette a rischio la salute dei pazienti».