SIMIT, Dengue: in caso di sintomi sospetti importante fare test per evitare focolai

SIMIT, Dengue: in caso di sintomi sospetti importante fare test per evitare focolai

1 Ottobre 2023 Off Di La Redazione

Nel Lazio vi è un incremento di casi di dengue, sia importati da Paesi endemici, sia autoctoni cioè contratti in Italia. Un paziente può rientrare in Italia con questa infezione e se viene punto dalla zanzara tigre, questa si infetta e dopo un periodo di incubazione di 10-15 giorni può infettare un’altra persona” sottolinea il Dott. Emanuele Nicastri, Direttore Unità Malattie infettive ad alta intensità di cura, INMI Spallanzani

Nei mesi estivi nel Lazio vi è stato un incremento di casi di febbre dengue, malattia di origine virale trasmessa agli esseri umani dalle zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta; non si ha contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Questa diffusione è destinata a persistere ancora alcune settimane, quantomeno per l’intero mese di ottobre. Questa è uno dei messaggi che emerge dal Congresso regionale del Lazio della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT “Studiare il passato per comprendere il futuro”, organizzato dal Provider DotCom, con Responsabile Scientifico il Dott. Gianpiero D’Offizi, Presidente SIMIT Lazio, e Direttore della UOC Malattie Infettive Epatologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani..

LA PRESENZA DI DENGUE NEL LAZIO E LE PROSPETTIVE PER L’AUTUNNO – La globalizzazione e il riscaldamento del pianeta hanno portato anche in Italia e nel Lazio a un incremento di patologie infettive trasmesse da vettori come le zanzare. In particolare, nei mesi estivi vi sono stati diversi casi di febbre dengue, con tre focolai di trasmissione autoctona, ossia non associati direttamente a un viaggio, di cui due nel comune di Roma e uno in provincia di Latina. Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dalla febbre.

Nel Lazio si riscontra un incremento di casi di dengue, sia di casi importati da Paesi endemici (quelli che si trovano tra i due tropici), sia di casi autoctoni cioè contratta in Italia senza legame diretto a un viaggia all’estero – sottolinea il Dott. Emanuele Nicastri, Direttore Unità Malattie infettive ad alta intensità di cura, INMI Spallanzani, Roma – Ciò avviene perché un paziente può rientrare in Italia con questa infezione, viene punto dalla zanzara tigre, che si infetta e dopo un periodo di incubazione di 10-15 giorni può infettare un’altra persona. Per il mese di ottobre si prevede ancora una circolazione del vettore, almeno fino alla prima settimana di novembre. Se ci trovassimo di fronte a un paziente con sintomi riconducibili a questa infezione, sarà bene fare un test rapido che si può eseguire in centri infettivologici specializzati, ad esempio venendo direttamente senza prenotazione all’istituto Spallanzani, che dà una risposta in poche ore, in modo sia da prendere in carico il paziente che di poter avviare una disinfestazione che eviti il propagarsi di un focolaio e quindi di nuovi casi”.

NESSUNA EVIDENZA DI WEST NILE E CHIKUNGUNYA NEL LAZIO – A differenza della dengue, nel Lazio non si ravvisano evidenze di altre infezioni tropicali già presenti in passato o diffusi in altre aree d’Italia. “La West Nile è una patologia presente in Italia, ma nel Lazio non c’è evidenza né di casi umani, né sugli equidi, né negli uccelli, né nelle zanzare raccolte dall’Istituto Zooprofilattico; siamo protetti dall’arco appenninico, mentre è presente in Sardegna e nella pianura padana – aggiunge il Dott. Emanuele Nicastri – La Chikungunya, invece, non è presente sul nostro territorio né c’è un’evidenza di incremento di casi, né di importazione né autoctoni, come invece è avvenuto nel 2007 e nel 2017”.

RIETI CAPITALE DEGLI INFETTIVOLOGI DEL LAZIO – Il Congresso SIMIT Lazio si è tenuto venerdì 29 settembre presso il Park Hotel Villa Potenziani di Rieti. Numerosi i temi affrontati: le infezioni nel paziente immunocompromesso, le infezioni sessualmente trasmissibili, le nuove terapie innovative per HIV, le infezioni correlate all’assistenza sanitaria e le infezioni da germi multiresistenti alle terapie antinfettive. “Argomenti di particolare attualità sono i nuovi vaccini anti Covid, il rilancio degli screening per l’Epatite C e la drammatica realtà dell’antibiotico-resistenza – sottolinea il Dott. Gianpiero D’Offizi – Il Covid-19 in questa fase colpisce in maniera meno aggressiva, ma resta fondamentale la protezione dei più fragili attraverso la prossima campagna vaccinale. Per l’Epatite C i fondi ministeriali ancora non sono stati completamente utilizzati dalle varie ASL della Regione con un sommerso di oltre 50mila persone”. Inoltre occorre aumentare il livello di sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza con l’obiettivo di controllare le nuove infezioni e intervenire per evitare ulteriori casi. La disponibilità di sistemi di sorveglianza e di monitoraggio delle infezioni correlate all’assistenza è necessario per mantenere alto il livello di attenzione e definire al meglio le dimensioni e le caratteristiche del problema per adottare le migliori iniziative di prevenzione.