Simone Caruso, durante le quarantene lo sport mi ha salvato
8 Maggio 2022“Se vuoi essere un calciatore importante, puoi anche essere un portiere”. (Gianluigi Buffon)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane e valido portiere: Simone Caruso.
Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili e severe misure restrittive?
Ormai sono oltre 2 anni che ci conviviamo e la preoccupazione più grande è quella di trasmettere questa malattia alle persone a me più care in particolare alle persone della mia famiglia più fragili quali I nonni. Nonostante la pandemia sono stato fortunato perché ho potuto sempre giocare a pallone senza che essa potesse influire particolarmente sul proseguo della mia attività agonistica, ciononostante però è motivo di preoccupazione.
Tralasciando il calcio, sono amareggiato perché io e tutti i ventenni stiamo perdendo molte occasione per riunirci, fare amicizia in generale, per colpa di questa situazione.
Quanti danni hanno causato allo sport le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa se non cattiva gestione politica?
I campionati sono stati più volte sospesi, cerco e voglio essere ottimista e spero con tutto me stesso che la situazione non comprometta il campionato e che si possa tornare a giocare come una volta in modo quasi normale.
Quanto valore attribuisci al binomio sport-salute, ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento ed il mantenimento del benessere psico-fisico?
Durante la prima quarantena di marzo e aprile, fare sport tutti i giorni mi ha salvato la mente. La pandemia oltre che malati di COVID ha portato anche una grande dose di depressione che non è affatto da sottovalutare.