Simone Iaia: “Non si è mai arrivati ma c’è sempre da migliorarsi”
29 Gennaio 2023La sua carriera da allenatore inizia all’età di 18 anni come secondo allenatore nell’US Castelnuovo. Nel 2017/2018 assistente allenatore della LiuJo Nordmeccanica Modena in seria A1 femminile, dove raggiunge i quarti di finale sia in Coppa Italia sia in campionato.
Dal 2020/2021 è il secondo allenatore di Andrea Tomasini, prima per due anni nelle giovanili di Modena volley (under 19 e serie B) e ora alla scuola di pallavolo Anderlini dove allena la serie B maschile composta da ragazzi giovanissimi under 19. Nel periodo con Modena Volley campione regionale under 19 maschile e 7° posto ai campionati nazionali under 19.
Nel 2022 da General manager della selezione universitaria maschile del Cus Mo.Re campione d’Italia nei campionati nazionali universitari.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro della Pallavolo: Simone Iaia.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Fortunatamente stiamo imparando a convivere con la pandemia. Negli ultimi mesi abbiamo ripreso la nostra vita “normale”. Ricordo ancora nitidamente quando nel 2020 il presidente del consiglio Conte parlò per la prima volta di lockdown. Le nostre abitudini sono state stravolte in un attimo e anche se per noi giovani i rischi sono meno alti ero comunque molto preoccupato di poter contagiare i miei familiari e i miei cari.
Ho cercato di cogliere delle opportunità anche in questa brutta situazione per poter crescere e migliorare. Durante il lockdown, ogni giorno approfondivo e studiavo tematiche inerenti la pallavolo e passavo del tempo insieme a mia sorella e i miei genitori. Avendo in quel periodo 2 atleti nel giro della nazionale giovanile, ho avuto la fortuna di poter partecipare, una volta a settimana, ad incontri via zoom con il direttore tecnico della nazionale Julio Velasco per parlare di tutti i vari aspetti del gioco e della metodologia di allenamento.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Purtroppo nella stagione 2020/2021 i campionati di serie minori sono stati annullati e molti ragazzi non hanno potuto neanche allenarsi per molti mesi. Questo ha provocato un danno per la pallavolo perché molti ragazzi hanno iniziato a praticare sport individuali o hanno smesso. A livelli più alti si è giocato per molto tempo a porte chiuse o con capienza ridotta, questo ha portato ad un disinteressamento da parte di alcuni appassionati.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Da piccolo volevo giocare a calcio, poi a 6 anni ho seguito alcuni miei amici che avevano iniziato qualche settimana prima minivolley. Mi piacque fin dal primo allenamento e da lì nacque la mia passione che non si è spenta anche grazie agli allenatori che ho avuto.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà è fondamentale per poter raggiungere gli obbiettivi.
La motivazione esterna dura poco nel tempo.
La scienza infatti ha dimostrato che è possibile motivare solo persone che siano capaci di automotivarsi. Molti confondono l’idea di motivare con quella di energizzare. La forza di volontà è quella leva su cui contare per spingersi ad agire con decisione, per giustificare i sacrifici, i duri allenamenti, i momenti difficili e per superare i limiti.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Dalla pallavolo ho imparato tante cose che mi aiutano anche nella vita extra sportiva e che provo a condividervi.
Non si è mai arrivati ma c’è sempre da migliorarsi. Bisogna mettersi in discussione senza cercare alibi. Il gusto di “soffrire” e fare della fatica è fondamentale per raggiungere un obbiettivo. Devi accettare il fatto che cambiare richiede uno sforzo.
Un altro consiglio è quello di vivere il momento presente e fare quello che si può con quello che si ha a disposizione, senza ricercare quello che non si ha o quello che non si ha più.
È fondamentale distinguere tra chi siamo e che cosa facciamo. La realtà esteriore non è chi siamo veramente. Le aspettative appartengono a chi le produce e non a chi le riceve.