Sindacato medici italiani, oggi il congresso

Sindacato medici italiani, oggi il congresso

8 Giugno 2019 0 Di Al. Ma.

Pina Onotri: “Questo appuntamento nasce dalla necessità di assicurare alla nostra azione sindacale un nuovo e più snello assetto statutario che conferisca maggiore stabilità”.

Si svolge oggi a Tivoli Roma il consiglio-congresso straordinario del Sindacato dei Medici Italiani. Per la Asl Napoli 1 centro in rappresentanza della medicina generale interverranno il segretario Aziendale Ernesto Esposito ed il delegato al comitato aziendale Antonio Scalzullo. “Questo congresso – spiega Pina Onotri, segretario  generale nazionale – nasce dalla necessità di assicurare alla nostra azione sindacale un nuovo e più snello assetto statutario che conferisca maggiore stabilità e che sia ispirato a principi di gestione democratica”.

Lo Smi, anche in occasione del congresso tiene a ribadire la forte criticità  verso il Regionalismo  differenziato perché  questo può  mettere in discussione il diritto alla salute. “Dalla riforma della formazione per i medici di medicina generale, con l’individuazione di una scuola di specializzazione dedicata e la creazione di condizioni per l’assunzione delle giovani generazioni mediche – aggiunge Onotri –  alla contrarietà all’utilizzazione medici già in pensione, fino alle questioni della medicina di urgenza e alla stabilizzazione dei medici del 118; alla vertenza per far uscire dalla precarietà i medici fiscali: queste le battaglie prioritarie dello SMI di questi mesi”.

“Non dimentichiamo  che, negli ultimi tempi, siamo stati impegnati nella richiesta di un provvedimento da parte del Parlamento che mettesse al riparo i medici e i professionisti sanitari dai continui episodi di violenza – completa il segretario nazionale –   oltre all’attenzione  che  abbiamo messo, in sede contrattuale,  per delineare un nuovo Accordo Collettivo Nazionale che contempli, da parte dello Stato e delle Regioni, le giuste risorse affinché le retribuzioni dei medici siano rivalutate, uscendo da un blocco retributivo che dura da più di dieci anni”.