Sindrome da fatica cronica, ecco un nuovo test diagnostico
2 Giugno 2019Relegata a lungo fra le “malattie immaginarie” e poi finalmente “riabilitata” dalla scienza medica, oggi un nuovo ausilio diagnostico aiuta ad individuare la patologia.
Un gruppo di ricerca della Stanford University, negli Stati Uniti, ha sviluppato un prototipo di test del sangue per arrivare in modo obiettivo alla diagnosi della sindrome da fatica cronica. Negli USA ci sono circa 2 milioni di persone affette da encefalomielite mialgica/sindrome da fatica cronica (Me-Cfs), patologia che potrebbe essere innescata da una combinazione di fattori e caratterizzata da un esaurimento psicofisico e sintomi come sensibilità alla luce e dolori diffusi. «Troppo spesso questa malattia è catalogata come immaginaria» afferma Ron Davis.
Attualmente infatti non esiste un biomarcatore e la diagnosi si fa per esclusione. Inoltre, tutti gli esami clinici prescritti dal medico allo scopo di controllare la funzionalità epatica, renale e cardiaca dei pazienti, così come le analisi del sangue e il conteggio delle cellule immunitarie, risultano normali. Il nuovo test, ancora in fase pilota, è stato messo a punto tramite uno studio, pubblicato sulla rivista PNAS, che ha coinvolto quaranta individui, 20 con Me-Cfs e 20 sani. Si tratta di saggio biochimico che valuta il modo in cui le cellule immunitarie rispondono a un forte stress.
Nei pazienti affetti da ME/CFS lo stress fa sbalzare in modo esagerato la carica elettrica delle cellule, raccolte tramite un prelievo di sangue. Un grande cambiamento della carica elettrica è un segno che le cellule e il plasma si agitano sotto stress e non sono in grado di elaborarlo correttamente. «Il nostro studio fornisce una prova scientifica che questa malattia non è un’invenzione dei pazienti» spiega Davis. Il test potrà essere usato anche per studiare l’efficacia di farmaci potenziali contro la sindrome, ma prima è necessario che sia validato su più ampia scala.