Sindrome legata all’azione dei venti (Anemopatie)

Sindrome legata all’azione dei venti (Anemopatie)

20 Giugno 2024 Off Di Corrado Caso

Plinio il Vecchio morto nell’eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei nel 79 a.C. nella “Naturalis Historia” parla di venti salutiferi e nocivi.
Nella mitologia greca “Eolo” è la divinità custode dei venti e tutti i venti abitavano la Tracia e le isole Eolie.
Ippocrate, nell’opera “De Flatibus” definì i venti, agenti principali nel determinare le caratteristiche del clima. L’importanza dei venti, la loro azione venne da lui descritta e tradotta in raccomandazioni e consigli per gli allievi: “Quando un medico arriva in una città a lui sconosciuta, deve studiare la posizione della città stessa e il rapporto con i venti e il sorgere del sole, deve in seguito considerare i venti caldi e freddi. Prima quelli comuni a tutti gli uomini, poi quelli che sono peculiari di ciascuna regione…”.
È quanto basta per definire l’importanza dei venti sulla salute umana. In periodo estivo lo Scirocco è un presenzialista che scotta e con il quale è prudente conoscere le azioni e prendere delle precauzioni…
“Scirocco”: il nome deriva dall’arabo magrebino “Sulup” o vento di mezzogiorno. È chiamato “Jugo” in Croazia e “Ghibli” in Libia.
Origina nelle regioni sahariane. Trasporta una grande quantità di sabbia a una velocità che può superare i 100 Km/h. Attraversa il mare Mediterraneo saturandosi di umidità e raggiunge le regioni meridionali dell’Italia e della Grecia. La sua azione è conosciuta fin dall’antichità. Lo si ritrova nei “Problemi” aristotelici: una raccolta di interrogativi, nel caso specifico, sull’azione del vento caldo-umido: “Perché la gente si sente più stanca quando il vento soffia dal Sud? Quanto influisce il vento sui comportamenti degli uomini e sulla storia collettiva?” si chiede Aristotele.
Si narra che fin dal 1500 per mitigare l’azione nociva dello Scirocco i signorotti siciliani fecero costruire, nelle abitazioni, una camera completamente isolata con l’esterno dove potersi rifugiare. Il notevole grado di ionizzazione, la forte umidità e temperatura sono le caratteristiche di questo vento. Nel 1945 lo Scirocco, in Sicilia, innalzò in poche ore la temperatura atmosferica a 49°c.
Una intensa ionizzazione positiva anticipa il fenomeno determinando una sofferenza meteoropatica che insorge 24 ore prima dell’evento per esaurirsi, gradualmente, con l’esaurirsi dello stesso. Lo Scirocco stimola una maggiore escrezione di alcuni ormoni come la serotonina e il TSH, ormone quest’ultimo che esercita un’azione di stimolo sulla ghiandola tiroidea. I soggetti più sensibili sono gli adolescenti di età inferiore ai quindici anni e gli adulti di età superiore ai 50 anni, in particolare, se neurolabili, depressi, distonici, convalescenti o defedati da preesistenti malattie.
Thomas Mann nel romanzo “La morte a Venezia” così descrive, in una giornata di scirocco, la sensazione di malessere del suo personaggio Gustav von Aschenbach: “Più egli andava, più si sentiva depresso per la nocività dello scirocco, uno stato combinato di ipereccitazione e di abbattimenti, una specie di angoscia uscita dai suoi pori”.
Il quadro sintomatologico da Scirocco è caratterizzato, particolarmente in soggetti meteoropatici, da sensazioni di malessere indefinito, ansia, depressione psico-fisica, palpitazioni, cefalea, vertigine, insonnia, disturbi fotofobici. Debilitanti per intensità e frequenza sono le vampate di calore e la sudorazione, particolarmente, nelle donne in menopausa. La stanchezza muscolare è aggravata da una tendenza all’ipoglicemia. Lo Scirocco induce, ancora, crisi asmatiche in soggetti allergici, coliche in sofferenti di calcolosi del rene e della colecisti e, nella stagione primavera-autunnale una riacutizzazione dei sintomi da ulcera gastrica. Il forte gradiente di umidità stimola la liberazione dai microvasi e dalle terminazioni nervose di sostanze vasodilatatrici e permealizzanti, attive in soggetti sofferenti di periartrite della spalla, artralgie e mialgie, calli e tilomi o affetti da pregresse fratture. Un’ulteriore azione si esplica sulla componente corpuscolata del sangue con aumento della concentrazione dell’emoglobina dei globuli rossi, del numero di piastrine e un incremento dell’ematocrito. La conseguenza è una maggiore attività coagulativa del sangue e un conseguente rischio di malattie cardiovascolari come angina pectoris e infarto.
Lo Scirocco ha un manipolo di simpatizzanti che ne imitano, grosso modo, le azioni, come l ’“Ostro” dal latino “Austro – vento australe”. Nella mitologia chiamato Noto (figlio di Astreo e di Eos). Viene chiamato anche “Mezzogiorno”. È un vento caldo umido proveniente da Sud ed è portatore di pioggia. Con alcune varianti ha caratteristiche ed effetti analoghi a quelli dello Scirocco e del Libeccio.  Il “Libeccio” dall’arabo Lebeg – vento piovoso. Chiamato Africo o Garbino in Emilia-Romagna, Garbin in Friuli, Venezia Giulia e in alcune aree delle Marche e della Dalmazia.
È un vento caldo-umido che spira da Sud-ovest sulle aree tirreniche del Lazio, della Toscana, della Liguria e sulla costa del Mediterraneo francese. Causa un notevole calo della pressione atmosferica. È foriero di precipitazioni intense e di violente mareggiate (libecciate). Ha caratteristiche analoghe allo Scirocco e causa, in forma più attenuata, una medesima sintomatologia.
I venti sono, molte volte, attori funesti nei fenomeni meteo estremi. Ma soffrono di bipolarismo nel creare, anche, un’atmosfera favorevole ai sentimenti e all’innamoramento degli umani come canta Lando Fiorini in Roma nun fa la stupida stasera
damme ‘na mano a faje di’ de si’
Prestame er ponentino

piu’ malandrino che c’hai
Vi chiederete perché “er ponentino”:
Perché “Ponent(ino)” detto anche Zefiro o Espero. Sulle note e le parole di Claudio Monteverdi è racchiusa la serenità di un’estate  che tutti vorremmo.
Zefiro torna e di soavi accenti
l’aer fa grato e ‘l piè discioglie a l’onde
e, mormorando tra le verdi fronde,
fa danzar al bel suon su ‘l prato i fiori.
Infatti, ha il sospiro  della brezza durante la stagione estiva. Spira da Sud-Ovest sulla maremma Grossetana, sul Lazio e sulle coste Tirreniche. Gli effetti sull’organismo sono simili ma meno pregnanti di quelli esercitati dal Libeccio. È tipico delle perturbazioni atlantiche che attraversano il Mediterraneo da Ovest verso Est. In inverno segue le perturbazioni e annunzia il bel tempo.
Volutamente non parlerò di altri venti che spirano in casa nostra. Ma mi e vi auguro una buona estate in particolare a chi naviga su barca a vela, ai surfisti e agli innamorati che rapiti dal vento volano a mezz’aria come nei dipinti di  Chagall.