Smi, Pina Onotri: discutibile la proposta di riforma della medicina territoriale

Smi, Pina Onotri: discutibile la proposta di riforma della medicina territoriale

4 Febbraio 2025 Off Di La Redazione

Medicina del territorio punta e a capo.  “Un medico di medicina generale evade in media circa 75 accessi al giorno. Moltiplicati per 40mila studi di medici di famiglia sono circa 3 milioni, 750 milioni l’anno. Senza scomodare la Cergas Bocconi che ha condotto lo studio, basta consultare i nostri gestionali per avere i riepiloghi annuali, mensili, giornalieri degli accessi. Non credo che resti molto tempo per svolgere attività oraria aggiuntiva. Non ne resta affatto”. Così in una nota Pina Onotri, segretaria generale del Sindacato medici italiani (Smi), rispetto alla proposta di legge per la riforma della medicina territoriale presentata da Forza Italia. All’art.1 essa stabilisce che i medici convenzionati col Ssn a ruolo unico, in regime di para subordinazione, devono garantire 38 ore settimanali in Aft (Aggregazione Funzionale Territoriale), di cui 20 ore per gli assistiti e 18 ore decise da azienda sanitaria, distretto o Casa di comunità. “Sul serio si ritiene che il nostro carico assistenziale, soprattutto in era post Covid, possa essere compresso in 20 ore a settimana?”, chiede Onotri. “O si è in mala fede, oppure la narrazione che viene fatta ai decisori politici dell’attività lavorativa di un medico di famiglia non corrisponde affatto al vero”. Rimarcando il “fallimento delle vecchie Case della salute”, “istituite nel 2007 con le stesse finalità delle Case di comunità”, Onotri propone diverse soluzioni: un “contratto retribuito a quota oraria” per i medici generali sul modello della specialistica ambulatoriale, “sia per le ore svolte nel distretto che quelle svolte nei propri studi, riconoscendo loro un bonus per mettere a disposizione del Ssn il proprio ambulatorio privato”; rendere complementari “le ore svolte con il carico assistenziale”, e dunque 24h per un medico con 650 pazienti, 12 per uno con mille, 6 per uno con 1200, “riconoscendogli un compenso misto quota oraria (con relative tutele) quota capitaria”; contestualmente alle prime due “modificare l’articolo 8 della legge 502/92 per riaprire al convenzionamento l’area della medicina dei servizi”; infine il “passaggio a dipendenza su base volontaria per il personale già in servizio”. In merito al concetto di para subordinazione, spiega Onotri, lo status di liberi professionisti “ci è sembrato sempre una forzatura, in quanto di liberi professionisti abbiamo sempre e solo avuto il rischio d’impresa, mentre ci siamo sempre più sentiti, per tutti gli obblighi che ci sono piovuti addosso senza concertazione alcuna, dipendenti senza tutele”.