Smi: primo stabilizzare i precari
22 Marzo 2019Il segretario generale nazionale Smi: “sbloccare le assunzioni nel Sistema sanitario nazionale; definire i fabbisogni standard per i medici specialisti”.
“Se sono veri i dati – ha dichiarato Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi) – che nei prossimi cinque anni mancheranno migliaia medici di famiglia e circa 16 500 tra medici specialisti, con punte più alte di carenza tra i medici dell’emergenza e i pediatri, ben venga, allora, l’impegno concreto del ministro della salute, Giulia Grillo, per sbloccare le assunzioni di medici e sanitari nel Servizio sanitario nazionale. Per i medici di famiglia ci battiamo da tempo per l’estensione sul territorio nazionale delle strutture organizzate ed integrate della assistenza primaria come punti di riferimento forti per la cittadinanza sia per le cure, ma anche per i programmi di prevenzione, educazione ed empowerment dei pazienti e delle loro famiglie; per il ruolo unico a tempo pieno per tutti medici convenzionati con il Sistema sanitario nazionale”.
“Per i medici specialisti – continua Pina Onotri – si tratta, invece, di definire i fabbisogni standard del personale, soprattutto di quelli dove si è in presenza di una maggiore carenza, come tra i medici dell’emergenza e trai pediatri. Le Asl e le aziende ospedaliere non hanno più alibi: devono redigere le loro piante organiche, bandire i concorsi per le specializzazioni carenti di organico. Lo Smi sostiene da tempo che si debbano adeguare le dotazioni organiche sulla base dei reali bisogni di salute, facendo attenzione ad una equa distribuzione dell’offerta assistenziale sul territorio. Allo stesso tempo molti medici specialisti devono essere messi in condizione di superare il loro stato di precariato attraverso la stabilizzazione dei contratti atipici e la disincentivazione dell’utilizzo di personale gestito da organizzazioni esterne”.
“Ci auguriamo – conclude Onotri – che il ministro Giulia Grillo riesca a rimuovere tutti gli ostacoli per l’assunzione di migliaia nuovi medici, utili per la tutela della salute, indispensabili per sostenere il carattere unitario del Servizio sanitario nazionale”.