Smi, un errore la pensione ai medici famiglia a 72 anni
10 Febbraio 2023Il sindacato dei camici bianchi: “Si calcoli fabbisogno specialisti su reali esigenze popolazione.
“L’ennesima scelta sbagliata della politica nei confronti dei medici di famiglia”. Così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi), commenta in una nota la possibilità di pensionamento a 72 anni per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta, seppur in forma volontaria, confermata nel Milleproroghe in discussione al Senato. “L’aumento dell’età pensionabile a 72 anni per i medici di medicina generale – afferma in una nota Onotri – non può essere una soluzione, se solo pensiamo alla difficoltà che hanno gli ultra settantenni anche a rinnovare la patente. Consideriamo difficile che un tema così delicato come la salute possa essere affidato a persone che dopo una vita di lavoro dovrebbero essere, giustamente, in pensione; anche perché una persona non può lavorare per il 90% della propria vita. In merito all’età pensionabile va anche considerato che la metà dei medici sono donne e su loro ricadono non solo il carico di lavoro ma anche quello assistenziale dei figli, dei genitori anziani. Per questo, soprattutto, per le donne medico si dovrebbe prevede un anticipo della pensione rispetto ai colleghi uomini”. Secondo Onofri, “per la medicina generale e quella di prossimità che rappresentano la prima linea di cura per i cittadini non servono misure tampone che penalizzano ancor di più i medici, in fuga, ormai, dal SSN per i carichi di lavoro insopportabili e per le retribuzioni in caduta libera. Occorrono scelte strutturali per far forte alla grave carenza di medici in tutto il Paese”. “Ci aspettiamo dal Governo e dal Parlamento – conclude il segretario generale dello Smi – misure urgenti per calcolare il fabbisogno di specialisti e di medici di famiglia sulle reali esigenze della popolazione e sulla tipologia della stessa popolazione che si deve assistere. Occorre delineare una programmazione seria da subito e non varare misure estemporanee e penalizzanti per il lavoro dei medici”.