Sorrento balneabilità, risorge Marina Grande ma scivola Meta
20 Agosto 2022
Dopo il “veggente” assunto e poi subito licenziato per le polemiche scatenate da una testata nazionale (non foraggiata come la maggior parte delle testate locali), al comune di Sorrento compare, metaforicamente, “Mago Zurli”.
Dopo i ripetuti divieti di balneazione per fogna a mare a Marina Grande ( lo stesso Presidente del consiglio comunale Luigi Di Prisco ha segnalato all’Arpac, alla Gori, Asl e Capitaneria di Porto l’assurdità degli sforamenti dei limiti consentiti per la balneazione anche in momenti di siccità escludendo le piogge torrenziali come causa prima), ritornano normali i parametri che consentono la ripresa della balneazione a Marina Grande e a Punta San Francesco nel comune di sant’Agnello.
Misteri locali, a cui la Gori che gestisce il sistema fognario dovrebbe dare risposte esaurienti e convincenti e non limitari ad interventi momentanei su un’intera rete fognaria che fa acqua (putrida) da tutte le parti.
Discorso a parte, invece per il comune di Meta dove il Sindaco, peraltro proprietario dell’albergo che insiste sulla spiaggia del Purgatorio, si vedrà costretto ad emettere divieto di balneazione, evitato fino ad oggi, grazie ad una interpretazione del “si consiglia la non balneazione” segnalata dall’Arpac precedentemente.
Sulla drammatica, continua fuoriuscita di liquami a mare in una delle località più frequentate dai bagnanti provenienti in maggior parte dai paesi vesuviani ( la maggior parte dei cittadini locali scelgono altri siti anche per la vicinanza dell’impianto consortile di Punta Gradelle) riportiamo quanto dichiarato dal Presidente del Wwf Terre del tirreno, Claudio d’Esposito. “ La situazione del mare in penisola sorrentina, in particolare del tratto di Meta nei pressi della spiaggia del Purgatorio e del Vallone Lavinola è visibilmente disastrosa!
Da settimane ormai il mare in questo punto della costa si presenta di colore marrone, maleodorante, con scarsa visibilità ed eccesso di fitoplancton, con schiuma e scagliette marroni in galleggiamento, caratteristiche tipiche di inquinamento da sversamenti fognari.
L’Arpac nei prelievi effettuati il 10 agosto 2022 (dopo la pioggia) ha individuato un nuovo picco di inquinanti di natura fognaria a mare con presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli in eccesso rispetto ai limiti imposti dalla legge (D.l.vo 116/08), non solo a Marina Grande di Sorrento, dove il sindaco ha dovuto imporre per la seconda volta il divieto di balneazione (messo e tolto a giorni alterni) ma dalle ultime analisi dell’ARPAC sono risultati inquinati anche altri punti della penisola sorrentina con sforamento dei parametri di legge relativi ai batteri fecali: Punta San Francesco a Sant’Agnello, la spiaggia del Purgatorio a Meta e il tratto tra Santa Maria del Toro e la spiaggia di Seiano a Vico Equense.
Tuttavia, mentre a Sant’Agnello e Sorrento è stato emesso il divieto di balneazione ciò non è accaduto a Vico Equense e Meta.
Eppure è proprio in questo ultimo comune, quello di Meta, nei pressi della spiaggia del Purgatorio, che il fenomeno dell’inquinamento delle acque è apparso evidente, se non eloquente, anche ad occhi non esperti, e ci si chiede se si sia applicato il principio di prevenzione, come avrebbe richiesto oltre che la legge lo stesso buon senso, ovvero il principio dell’azione preventiva che impone a chiunque, soggetto pubblico o privato, svolga attività o compia scelte o decisioni che possono produrre effetti negativi sull’ambiente, di preferire l’adozione di soluzioni e di meccanismi che impediscano o limitino tali effetti prima che essi si producano, invece che soluzioni successive al prodursi degli effetti, di tipo riparatorio o risarcitorio.
Lasciare nuotare liberamente i bagnanti in un mare carico di enterococchi intestinali ed escherichia coli, senza metterli al corrente del rischio, appare criminoso!
E’ chiaro sin da troppo che si continuna a dare priorità agli interessi economici rispetto a quelli della tutela della salute dell’ambiente e dei cittadini. La dimostrazione palese è data dalla “reticenza storica” ad emettere divieti di balneazione e a farli conoscere al pubblico una volta emessi.
In quanto all’attribuzione di tali fenomeni di inquinamento ad eventi meteorici, non essendoci in penisola sorrentina la predispozsizione della divisione di acque bianche e di quelle nere (come impone la legge), riteniamo che sia una giustificazione semplicistica e riduttiva e che, piuttosto, le cause vadano ricercate nella pessima manutenzione del sistema idrico-fognario da parte di amministrazioni ed enti gestori come il WWF denuncia da sempre.
Sulla vicenda il WWF Terre del Tirreno a seguito di documenti ricevuti ha prodotto un dettagliato esposto che sarà consegnato a breve nelle mani del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata.