Sorrento, dopo 8 anni si riapre il caso sulla morte di Giosuè Sorrentino
17 Maggio 2024Riaperto il caso, ad otto anni di distanza sulla morte del marittimo di Sant’Agnello,Giosuè Sorrentino, di anni 35 , con archiviazione da parte del Tribunale di Venezia per suicidio, avvenuta tra la notte del 23 e 24 aprile, nella sala macchina della nave chimichiera “Bianca Amoretti” ancorata in rada a Malamocco, per il taglio della gola con macchina troncatrice
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia, Alberto Scaramuzza ha infatti annullato gli atti precedenti trasmettendo il fascicolo al Pubblico Ministero per procedere ad ulteriori verifiche su richiesta dei genitori dello sfortunato giovane, difesi dagli avvocati Antonio Cirillo ed Angela Luigia Ruggiero con il supporto medico-legale del dott. Antonio Sorrentino.
In particolare si procederà ad una nuova consulenza necroscopica, ad un esame del Dna sui mozziconi di sigarette sequestrati in un secchio d’acqua all’interno del locale dove fu rinvenuto il corpo senza vita, del marittimo, non fumatore, ad un esame sulle suole delle scarpe sequestrate all’equipaggio. oltre, ad un esame comparativo tra le sostanze prelevate in sede autoptica da sotto le unghie di Giosuè Sorrentino ed il Dna estraibile dai campioni salivari di tutto l’equipaggio.
Nelle contestazioni alle prime conclusioni sulla morte del marittimo, da parte del medico legale , Antonio Sorrentino e gli avvocati Antonio Cirillo e Angela Luigia Ruggiero, sulle prime conclusioni della Procura di Venezia, sono state evidenziate, tra l’altro, “la presenza di escoriazioni sia sull’ipocondrio sinistro sia sulla superficie anteriore dell’emitorace sinistro, consistite in molteplici lesioni puntiformi escoriate sulla cute, nonchè due escoriazioni lineari, sulla margino sternale sinistra e la seconda sul prolungamento della mammillare sinistra producibile solo da un mezzo frammentato e di consistenza dura e sia di lesioni al braccio destro, oltre contusione sottocapsulare del rene sinistro, escoriazioni alla mano sinistra, ritenute compatibili con azione di difesa”.
Ecco quindi un’ulteriore contestazione ai primi risultati dell’indagine da parte del dotto Sorrentino che sottolinea “mancanza di credibilità medico-legale nell’accampare una tesi suicidaria”. Ed in particolare, il medico legale, rileva l’impossibilità da parte dello sfortunato marittimo di “posizionare da solo il collo sotto la troncatrice, alta 70 cm, tenuto conto della stessa altezza di Giosuè Sorrentino, superiore al metro e settanta e di compiere i movimenti necessari per autolesionarsi e la posizione dello stesso cadavere trovato col piede sinistro in corrispondenza del pedale di avviamento del macchinario ma distante da tale pedale, incastrato nell’intercapedine tra pedana e l’alzata con la faccia esterna”.
“Inoltre -conclude il dott. Sorrentino – l’asse del taglio al collo, perpendicolare all’asse longitudinale del corpo, depone per una lesione mortali causata da terzi”. Una serie di indizi che prospettano un’ipotesi di omicidio con probabili esecutori lontani ben otto anni!